NAPOLI – Vi meritate Corbelli e Naldi. Di F. Caputo

Provo ad entrare nel complesso modo di vedere il tifo di molti tifosi napoletani
“Vi meritate Corbelli e Naldi!” Quante volte abbiamo sentito questa frase  in discussioni su whatsapp o tra i commenti dei post sulle vicende del Napoli. Questo perché, tra i “discutenti”, si trova sempre qualcuno pronto a criticare “questo o quello” della nostra amata squadra,  e di conseguenza colui che è “avulso” alla critica, al cospetto del “tizio”che osa mettere in discussione qualcosina, ripete quasi sempre la solita frase, frase ormai divenuta storica, “cult”….”Vi meritate Corbelli e Naldi”.
Vengono presi di mira soprattutto coloro che hanno da ridire sul presidente De Laurentiis per il suo modo di gestire il club, a detta dei “criticoni”, molto sparagnino; un modo di gestire “poco tifoso” e quasi esclusivamente improntato sull’ “aziendalismo”; e in questo caso coloro che si ritengono “veri tifosi” (perché loro non criticano e sono sempre dalla parte del club)  hanno la risposta pronta per i criticoni, anche definiti “tifosotti” : <<Come si può criticare ‘o president, in 7 anni dalla C alla Champions…>> Non si può negare che sia così, ma “apriti cielo” casomai se ne dovesse parlare in modo “poco caruccio” , o si voglia individuare e consigliare qualche soluzione per fare ancora meglio di ciò che già si sta facendo. La stessa “scena” si ripete quando c’è da difendere Sarri da questi criticoni: << ma comm se fa a critica’ o’ maestro, ‘o Napoli  ioc tropp bell>>.  E  chi tende a fare notare qualche limite dal punto di vista della gestione del turnover e dei cambi durante la partita, anche a costoro si fa notare  che meritano…Corbelli e Naldi (nonostante si critichi Sarri),  così come se li merita chi osa mettere “lievemente in discussione” il capitano Hamsik. Non sia mai!
Beh! Il “Vi meritate Corbelli e Naldi” ci può anche stare volendo, ma non sempre. Bisogna entrare nell’ ordine delle idee che esistono anche tifosi, tifosissimi del Napoli che criticano perché,  forse ed evidentemente, realmente notano un “problema” o un “difettuccio”; non tutti i tifosi criticano per “partito preso”.
Gli “intransingenti”, gli “abitue’” del “Vi meritate Corbelli e Naldi” dovrebbero capire che non esiste solo un tipo di critica “distruttivo” o mirato a destabilizzare, dovrebbero capire che non appartiene solo a loro la passione per questi colori; alcuni di loro sembrano quasi arrogarsi il diritto di elevarsi su un piedistallo e dall’ alto di esso dare indicazioni su come si tifa e come bisogna fare per farlo “bene”. Dall’ alto della loro “laurea in tifologia” etichettano come tifosotti chi non fa come loro, ma dovrebbero capire che tra questi tifosotti c’ è gente che soffre (e forse più di loro) quando il Napoli non va bene, e gioisce (e forse più di loro) delle vittorie azzurre. Andrebbe capito che la critica è un diritto sacrosanto, che non deve essere vista come una forma di ingraditudine o di mancanza di rispetto, ma deve essere vista come un portare a galla, in modo onesto e trasparente e senza nessun doppio fine, un difetto o un problema, in modo da valutarlo e correggerlo. Bisognerebbe capire che non per forza chi ha da far notare un “limite” non vuole bene al Napoli. Accettare la critica e chi critica è sinonimo di maturazione.
Cari “Vi meritate Corbelli e Naldi”, con alcuni di loro potreste avere anche ragione, ma dovete ricordare che la maggior parte di coloro che chiamate “tifosotti” gioisce e soffre proprio come voi per la squadra. Il tifo è di tutti, anche di coloro che mettono in luce alcuni problemini, che potrebbero realmente esserci perche’ nessuno è perfetto. Il tifo, di chi realmente tifa, è personale, personalissimo. Non c’è un decalogo  (o quantomeno ancora non è stato creato) per stabilire come bisogna tifare. Ognuno tifa come vuole, e carissimi “Vi meritate Corbelli e Naldi” sappiate che non tutte le critiche vengono per nuocere, sappiate che è anche nel momento in cui le cose vanno benissimo che va notato e valutato il “problemino”, per farlo venire alla luce e, casomai, risolverlo e proseguire ancora meglio, (che c’è di strano a volere questo?). Mettere la testa sotto la sabbia, non volendo vedere il “negativo” bensì solo il “positivo”, significa non volere ammettere che (o se) c’ è qualcosa che non va. Nessuno mette in dubbio il vostro amore per questi colori, ma difendere tutto e tutti ed accettare tutto e tutto equivale a non volere migliorare, e ricordate che si può sempre migliorare nella vita, in ogni campo;  e il primo passo per migliorare è proprio  ammettere ed accettare il fatto che si può migliorare. Tutti i tifosi, ma proprio tutti, si trovano sulla stessa barca, e nessuno, ma proprio nessuno vorrebbe mai vederla affondare. Sappiatelo!

Di Flavio Caputo

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