Koulibaly: “Higuain l’ avversario più duro. Malcolm X mio riferimento. I cori contro i napoletani e contro la città mi fanno male come se fossero cori contro la gente di colore”

Kalidou Koulibaly ha rilascito una lunga intervista al quotidiano “Il Mattino”, un estratto delle sue parole e il video:

DA BARCELLONA
«Lo deve dire Sarri, non io. Io so che con lui e il suo staff sono cresciuto tanto. Mi hanno parlato tanto, mi hanno spiegato tutti i difetti che avevo. Era difficile da sentire ma ci dovevo passare, per crescere bisogna ascoltare le critiche. Lo hanno fatto con rispetto, per farmi diventare un giocatore di livello. E poi è importante avere Albiol al fianco, ha vinto tantissimo, con squadre monumentali». 
GLI SCHEMI DI SARRI
«Siamo più attenti al movimento della palla che dell’uomo. Ci ho messo tempo, si è visto che all’inizio non giocavo. Dovevo aspettare, Sarri aveva ragione. Anche Ciccio Calzona mi ha aiutato tanto, con lui tante volte ho studiato i movimenti. Sono contentissimo perché oggi sono un altro calciatore».
L’ ATTACCANTE PIU’ PERICOLOSO
«Higuain. Si è allenato tanto con noi, conosce i nostri difetti e i nostri schemi». 
CONSAPEVOLEZZA
«Siamo rimasti per fare la storia del Napoli».
LE MASCHERE AL SAN PAOLO
«Dopo gli ululati di Roma con la Lazio, la reazione dei tifosi del Napoli mi emozionò tanto. Non mi era mai successo di vedere sessantamila persone con la mia maschera. I cori contro i napoletani e contro la città mi fanno male come se fossero cori contro la gente di colore».
TESTIMONIAL CONTRO LA SCHIAVITU’
«Mi sembra che su questo punto stiamo tornando indietro. Non deve esistere differenza tra uomini. A Napoli sono stato accolto benissimo. Quando sono arrivato sembrava che vivessi qui da due anni. Eppure prima di arrivare ne avevo sentito parlare male». 
MALCOLM X E NELSON MANDELA
«Le loro idee mi hanno insegnato molto. Che lottando nulla è impossibile. Il primo anno a Napoli giocavo poco, oggi sono contentissimo. Nel calcio simboli sono stati Thuram e Vieira, con un ruolo nella società oltre il calcio».
HO ATTACCATO IL TELEFONO A BENITEZ
«Giocavo in Belgio, quando Benitez mi ha chiamato per portarmi a Napoli pensavo a uno scherzo. Gli ho attaccato il telefono. Poi mi ha chiamato il mio procuratore per dirmi che era tutto vero. Allora ho richiamato Benitez per chiedergli scusa…».
SCUDETTO
«Il portiere del mio palazzo mi ha fatto vedere il video con i festeggiamenti per il primo scudetto. Mi ha detto anche che è l’1 per cento di quello che accadrà se vinco lo scudetto con il Napoli».
PROCURATORE
«Ringrazio il mio procuratore Satin, anche se per la stampa è un “cattivo”. Anche grazie a lui sono rimasto a Napoli e ho rinnovato».


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