L’Atalanta riparte da tre: Gomez trascina la Dea, Pescara K.O.

ATALANTA-PESCARA 3-0
(13′ GOMEZ, 69′ GRASSI, 93′ GOMEZ)

Parte l’arpione dalla nave. Poi un altro e un altro ancora. Tutti e tre colpiscono qualcosa, il Capitano Gomez avvolge la corda, ma questa volta non si uncina una balena, bensì un Delfino che non oppone resistenza, come se si fosse arreso ancora prima di essere attaccato.
Il numero 10 atalantino veste i panni del man of the match con una doppietta che apre e chiude la gara e ritrova la firma sulle marcature che mancava addirittura da un mese.
Scatta, dribbla, assiste e viene assistito da Petagna. Insomma, quello che non è riuscito a fare nelle ultime due partite. La pagina è stata svoltata e ora la squadra bergamasca non si deve più fermare, anche perché il Cagliari è riuscito ad inchiodare la Lazio sullo 0-0 e la classifica in zona Europa League è cortissima: aprono i capitolini con 57 punti, seguiti da Inter ed Atalanta (55, massimo storico per i secondi) e chiude il Milan con 53.
Nel mezzo, arriva anche la prima gioia di Grassi in Serie A: colui che ha aperto la collana degli enfant prodige. Lanciato dalla Dea, ma senza fortuna sotto le pendici del Vesuvio. Tornato alla casa madre, seppur spesso non essendo nell’undici iniziale, sta ritrovando la sua dimensione.

C’è maggior merito dell’Atalanta o demerito del Pescara?
La prima ha dimostrato cattiveria e voglia di rivalsa (soprattutto) dopo il brutto k.o. con l’Inter quindi ben vengano i gol di un “ritrovato” Gomez, ben venga (nuovamente) il numero 0 nel tabellone sotto il nome degli ospiti quando si gioca in casa e ben venga la buonissima prestazione dell’esordiente Hateboer che sostituisce degnamente Conti. L’unica nota stonata è il rendimento sottotono di Petagna, sempre prontissimo a fare sponde e a lavorare per la squadra ma ci sono anche due occasioni non sfruttate adeguatamente. Gasperini ha sempre detto che diventerà un attaccante completo quando troverà facilmente il gol ma la strada sembra avere ancora ostacoli.
La seconda, invece, ha dimostrato la pochezza con cui ha dovuto convivere dall’inizio del campionato e il ritorno in panchina di Zeman sembra(va) buono solo per far tornare la gente allo stadio. Cerri cerca di fare il Petagna ma Benali non fa il Gomez. Risultato? Gollini per poco non viene cacciato dallo stadio per non aver pagato il biglietto. Almeno per qualcuno, però, c’è un lieto fine/nuovo inizio: Coulibaly esordisce a 18 anni dopo essere stato uno dei tanti profughi sbarcati in Francia nel 2015.

Il prossimo weekend ci sarà la sosta delle nazionali che servirà alla Dea per tirare il fiato prima delle ultime nove partite. Sarà da allacciarsi le cinture e vedere se riuscirà a bussare alla porta delle grandi ed imporsi. Per il Pescara, invece, si stanno consumando le lampadine della Serie A e manca solo la matematica certezza della partecipazione in B nel prossimo campionato. L’obiettivo di Zeman, ora, è di mettere in mostra i giovani.

a cura di Sebastiano Moretto

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