LIONE-ATALANTA 1-1: a Traorè risponde Gomez. Toh, guarda chi ha segnato!

LIONE-ATALANTA 1-1
(45′ TRAORÈ, 57′ GOMEZ)

 “Avete letto il nome sulla maglia? Avete conosciuto me e la mia squadra?”.
Dopo il gol del pareggio, il Papu Gomez ha indicato il retro della sua maglia per sottolineare che la Dea c’è (anche se si vede poco).
Non si può recriminare nulla agli uomini di Gasperini, protagonisti di un match in cui bisognava limitare i danni. E così è stato fatto.
E certo, l’allenatore sapeva che sarebbe stato impensabile proporre il gioco orobico in terra francese, quindi et-voilà: 3-5-2 che, all’occorrenza, diventa 5-4-1 in fase difensiva. La fase offensiva, invece, non è contemplata, complice un Lione arrembante per tutto il primo tempo, specialmente sulla corsia sinistra: Mendy supera troppe volte e troppo facilmente Hateboer e i pericoli verso Berisha diventano man mano sempre più numerosi, costringendo sempre più l’estremo difensore orobico a compiere prodezze; inoltre, nei pressi della retroguardia francese c’è una creatura, dispersa in mezzo ad un bosco bianco, che non riesce a fare il solito lavoro di appoggio per la squadra: Petagna.
Gasp, probabilmente, sperava di terminare la prima frazione in pareggio per poi fare le dovute valutazioni a mente fredda ma Traorè, dopo un grande riflesso di Berisha, gli rovina i piani: subito dentro Castagne per Cristante, in modo tale da arginare la fascia sinistra dei padroni di casa e lasciare Palomino e Masiello liberi di pressare alto gli uomini assegnati. È il cambio che svolterà la serata atalantina…per almeno 25 minuti. Tanto basta, però, al Papu Gomez per dividere la barriera con un destro terrificante.
Dopo di chè, Petagna viene sostituito con Ilicic per avere più freschezza e fantasia là davanti ma il giocatore che si mette ancora in mostra è Berisha, decisivo al fine di non far marcare a Caldara la seconda rete del Lione.
La Dea ha tutte le ragioni per sorridere, là sopra con 4 punti. D’altronde, l’Europa è grande quindi bisognerà pur farsi riconoscere. Vero, Papu?
di Sebastiano Moretto 


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