Tre punti d’ oro, ma che faticaccia! Adesso Zielinski. A cura di F. Caputo

Analisi del match tra Udinese e Napoli 
Ciò che contava era la vittoria, ed il Napoli l’ ha ottenuta dopo 93 minuti in cui non ha brillato come riesce a fare di solito. Gli azzurri hanno sofferto la fisicità e l’ aggressività degli atleti friulani, che hanno lasciato davvero pochissimi spazi ai ragazzi di Sarri
Disposto con un “abbottonatissimo” 3-5-1-1, che diveniva 5-4-1 in fase passiva, l’ Udinese di Oddo (esordio per lui sulla panchina friulana) ha limitato gli uomini chiave azzurri: hanno avuto, infatti, pochissime opportunità per fraseggiare o provare qualche giocata individuale i tre uomini d’ attacco; tra l’ altro, è venuta anche a mancare la collaborazione dei mediani: Hamsik è risultato lento ed abulico (non è più una novità) e Jorginho impreciso nei passaggi, soprattutto a causa della densità di maglie bianconere dalla metà campo fino all’ area di rigore udinese. Un pò più brillante di loro Allan, ma poco vicino ai suoi classici standard.
Si è rivelata una partita fac-simile di quella col Chievo: gli uomini di Sarri, infatti, hanno dovuto faticare tantissimo per crearsi qualche spazio, utile alla giocata dei suoi gioielli. L’ Udinese si è coperta fin troppo, e poco ha voluto concedere alla fase offensiva, provando rararamente a colpire con Barak, migliore dei suoi insieme ai difensori, i quali hanno svolto un lavoro davvero egregio per contenere i talenti napoletani. In effetti lo scopo principale era quello di lasciare “le briciole” al Napoli, missione quasi riuscita, se non fosse stato per il rigore concesso ai partenopei, a seguito di un fallo su Maggio (migliore in campo), che ha portato alla realizzazione (in due tempi) di Jorginho. I friulani, indubbiamente, hanno mostrato tanta applicazione in fase difensiva e tanta aggressività, ed il numero di cartellini gialli ricevuti lo testimoniano; ma in verità hanno fatto troppo poco per provare a vincere: De Paul e Perica si sono battuti come tigri, ma non hanno potuto fare molto contro i forti centrali difensivi partenopei.
Il Napoli si porta i tre punti a casa, e l’ obiettivo di arrivare al match con la Juve a distanza invariata ( 4 punti di vantaggio), è stato raggiunto. Ma se guardiamo oltre il risultato, c’ è poco da essere soddisfatti: il Napoli non sembra trovare le contromisure al cospetto di schieramenti “mega” abbottonati come quello di ieri. A Mertens non viene concessa più la profondità, Callejon è marcato con attenzione, e gli viene concesso sempre meno spesso il taglio in area di rigore; se a questo vogliamo aggiungere il fatto che mancano uomini in grado di superare l’ uomo brillantemente, il dado è tratto. Il Napoli, in questo tipo di partita, va in difficoltà ed il gioco appare appiattito. Le soluzioni per scardinare le difese “altrui” sono poche; al gioco “spumeggiante”, quando esso viene limitato, non si riesce a trovare alternative valide; e poi, quando vengono chiusi, in una specie di morsa, uomini chiave come Mertens e Insigne , diventa davvero tanto dura, specialmente quando a centrocampo viene a mancare il filtro che dovrebbe garantire uno come Hamsik. Un’ alternativa allo slovacco potrebbe essere Zielinski, un uomo capace di dare un’ accelerata e di puntare l’ uomo con una certa frequenza, e che potrebbe essere un arma in più, credibile ed efficace, quando ci si trova dinanzi a vere e proprie barricate. Forse è arrivata l’ ora di schierarlo titolare, almeno in queste partite, ma l’ ostinazione a puntare ancora sull’ Hamsik di questo periodo (lungo ormai) sta diventando quasi un “limite”, un capriccio “poco utile” di Sarri, che alla lunga può rivelarsi controproducente; anche perchè questa “linea difensiva” verso il capitano da parte del mister, oggettivamente, non sta portando frutti al giocatore. Perché insistere?


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