FOCUS TORINO: Un blackout costato due punti, di chi sono le colpe ? A cura di Paolo Cassano

Un fallo, un fischio, un rigore, una parata. Come descrivere lo sliding doors di Torino Milan in poche, pochissime parole. Quello che sarebbe potuto essere e purtroppo, naturalmente in ottica granata, non è stato. Un episodio girato male per il Toro, quel rigore calciato male e con insicurezza da Ljajic e che avrebbe potuto portare i padroni di casa sul 3 a 0 a mezz’ora dal calcio di inizio e avrebbe segnato con tutta probabilità la parola fine alla partita. Inutile tirare la croce addosso al ragazzo, i rigori li hanno sbagliati i più grandi di sempre, da Maradona a Baggio, da Platini a Messi. Mentiremmo però se affermassimo che l’errore dal dischetto non è stato decisivo, soprattutto ha dato modo al Milan di riprendere coraggio in un match che fino ad allora aveva visto gli uomini di Montella spettatori non paganti. Come spesso accade il Torino ha iniziato benissimo la gara, a livello di approccio e mentalità, corsa e determinazione. Nulla da dire. La squadra era corta e ben messa in campo, prontissima alla ripartenza pungente con i tre attaccanti a giostrare la manovra offensiva. Tutto bene fino al termine della prima frazione, poi l’inspiegabile blackout dei ragazzi di Mihajlovic che ha tirato dentro la partita un Milan fino ad allora evanescente. A parte un lampo di Suso con bella risposta di Hart, nel primo tempo poca roba rossonera. Ma le inerzie delle partite possono essere spostate in un attimo, troppo spesso ad un calo di una compagine corrisponde l’ascesa dell’altra e le conseguenze possono divenire a quel punto scontate. Un quarto d’ora di assenza ingiustificata, un gol rocambolesco subito ed un rigore calciato stavolta bene da Bacca per servire la più classica delle beffe. Il Milan è una squadra strana, non ha valori eccelsi individuali ma riesce a trovare quasi sempre l’appiglio per restare mentalmente in gara anche nelle partite dove inizialmente sembra essere soccombente. Se lasci l’iniziativa troppo a lungo a Bonaventura & C. il momento per colpirti prima o poi lo trovano, ed è per questo che il Torino avrebbe dovuto cercare di tenere alti i ritmi per non dar modo al Milan di ragionare e tessere le fila del gioco. Ovviamente a livello fisico non sarebbe stato ipotizzabile la tenuta atletica sui ritmi del primo tempo ma nemmeno la totale assenza dal campo dell’inizio del secondo tempo. E la rabbia di Mihajlovic, che non è certo un turista della panchina, la dice lunga sull’incredibile occasione sprecata per incrementare un già ottimo bottino in quello che è stato il miglior girone d’andata di sempre dall’introduzione dei tre punti. A chi attribuire le responsabilità di tutto ciò che è successo ieri sera ? Probabilmente a tutti o a nessuno, il calcio è uno sport dove in attimo gli equilibri possono essere sovvertiti. Quello che di sicuro possiamo immaginare è che Mihajlovic non lesinerà critiche ai suoi per certi atteggiamenti rinunciatari, nessuno escluso.

A cura di Paolo Cassano

Solo mia madre mi chiama Paolo, per il resto del mondo sono Ciccio. @CiccioSeguace

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