FOCUS GENOA: come cambia il Grifone targato Andrea Mandorlini. Di S.Mangione.


Dimenticare in fretta la cocente sconfitta di Pescara e concentrarsi su un unico obiettivo: tornare a fare i tre punti. Finita l’avventura di Ivan Juric sulla panchina rossoblù, gli occhi sono tutti puntati sul 56enne ravennate Andrea Mandorlini, che proverà a guidare il Genoa verso la fine di un tunnel, lungo 10 partite, in cui la sola stella in grado di brillare è stata quella di Giovanni Simeone.

L’ex allenatore dell’ Hellas Verona, con la quale, tra Serie A e cadetteria, ha totalizzato 94 vittorie, 59 pareggi e 63 sconfitte, accantonerà l’idea di gioco del suo predecessore croato, il 3-4-3, per passare ad un modulo che possa garantire maggiore copertura nella propria metà campo: un 4-3-3 che potrebbe tramutarsi in 4-5-1. La formazione “tipo” del neoallenatore potrebbe quindi accogliere alcuni cambiamenti rispetto a quella osservata finora all’ombra del Ferraris. Questa rivoluzione porterà alcuni giocatori a dover cambiare il loro atteggiamento in campo.


Partiamo dalla retroguardia. Il pacchetto, che in avvio di campionato sembrava essere un fortino, fa acqua da tutte le parti e il primo pensiero della nuova gestione tecnica sarà quello di blindare la porta difesa da Lamanna. Il perno sarà sempre il suo capitano, Nicolas Burdisso, che dividerà il compito di centrale insieme a uno tra Munoz, anche se il suo calo fisico è stato tale da relegarlo in panchina nelle ultime partite, Orban, Gentiletti e Izzo. Probabilmente quest’ultimo sarà adattato come terzino destro nel caso in cui Edenilson venisse reputato troppo offensivo mentre, dall’altro lato del campo, Laxalt potrebbe essere il terzino di spinta, anche se l’atteggiamento difensivista della squadra potrebbe far cadere la scelta di completare il reparto su Orban. La sensazione è infatti quella che Mandorlini, con il suo calcio ordinato, quasi difensivamente didattico, possa affidarsi a dei difensori puri per invertire un trend che vede il Genoa subire reti, ininterrottamente, dal 25 ottobre.

La linea di centrocampo vedrà un regista coadiuvato da due mezze ali. Per il primo ruolo si candida Miguel Veloso ma, data la sua indisponibilità per almeno un mese, non è da escludere l’arretramento di Luca Rigoni che dovrà contendersi il posto con Danilo Cataldi. Entrambi dovrebbero comunque far parte della formazione titolare insieme a Oscar Hiljemark che con questa nuova sistemazione ritrova la sua posizione ideale. Ma non mancano le alternative: Cofie, con la sua fisicità, può rispondere al bisogno del nuovo coach di dare densità e quantità alla mediana, bisogna solo capire se il giocatore, che affronta un periodo molto buio, saprà rendersi utile.

Il reparto avanzato si fonderà ovviamente su Simeone che, oltre ad accogliere i suggerimenti in area, sarà chiamato a giocare con maggiore sacrificio e a fungere da sponda per gli attaccanti esterni. Questi ultimi, non esenti da compiti di ripiego, potranno assumere diversi volti. Lazovic, per le sue doti da velocista, sarebbe il partner ideale del Cholito e del terzino destro che chiamerà il suo aiuto. Dall’altra parte invece la scelta potrà ricadere su Raffaele Palladino che ha dimostrato, anche se non costantemente, di riuscire a dare una mano dietro. Difficilmente, se non impossibile, vedere la coppia SimeonePinilla, mentre sia Laxalt, che già ha giocato avanzato e a cui non dispiace spingere, che Pandev possono insidiare gli attaccanti già citati.  Taarabt, che certamente non è il giocatore che si sacrifica per la squadra, dovrà lavorare sodo e continuare il suo cammino verso la riconquista della forma fisica. Dovrà dimostrare di non avere solo tecnica a vendere, ma di essere affidabile anche nelle fasi difensive.
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