SERIE A, Rizzoli e quella tradizione tutta italiana di giudicare senza conoscere.

Di episodi contestati e contestabili ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno, ma in quest’ultima giornata di Serie A si è alzato un “polverone” di stupidità e cattiveria inutile attorno al miglior fischietto italiano: Nicola Rizzoli.

Juventus-Inter è la partita per antonomasia dove gli occhi del calciofilo medio e di ambo le tifoserie sono puntati a scrutare ogni comportamento degli arbitri e a confutarne ogni decisione. Nicola Rizzoli, arbitro internazionale e con un curriculum che tra le altre cose vanta l’arbitraggio di una finale Mondiale, è entrato nell’occhio del ciclone per “un arbitraggio univoco nel derby d’Italia” almeno secondo il parere di molti opinionisti da tastiera e non solo…

“Dulcis in fundo”, il giorno dopo il derby d’Italia il direttore di gara romagnolo si è inimicato schiere di “tifosi” con licenza di “leoni da tastiera” decidendo di rinunciare alla corsa al Mondiale in Russia del 2018. “Ah allora, dopo gli errori di ieri sera, ammete di essere un’incompetente” forse questo è stato il commento più leggero di cui è stato fatto oggetto nella giornata di ieri.
“Dilly dilly dong man!” …non è proprio così.

Ma andiamo con ordine:





Gli episodi arbitrali di Juventus-Inter non sono un tema che ci compete sviscerare, ma chi imputa ad un arbitro internazionale e con l’esperienza di Rizzoli di arbitrare sempre a favore di una o dell’altra squadra dovrebbe informarsi.

Prendiamo ad esempio, appunto, Juventus e Inter arbitrate rispettivamente 30 volte ciascuna, in carriera, dal fischietto di Mirandola: 13 vittorie, 10 pareggi e 7 sconfitte per i bianconeri, 14 vittorie, 6 pareggi e 10 sconfitte per i nerazzurri. 49 i punti raccolti dalla Juve e 48 dall’Inter che ha beneficiato di 7 rigori a favore e 4 contro mentre sono 3 a favore e 6 contro quelli bianconeri. Espulsioni: 5 a favore e 5 contro per la Vecchia Signora, 6 e 4 per la Beneamata. Metro di giudizio? Perfettamente equilibrato.


La lettera di Rizzoli. La scelta dell’arbitro è discutibile solo sotto un punto di vista: quello del tempismo. Pubblicarla, dopo le polemiche del posticipo di domenica sera, forse, non è stata una buona mossa. Ma criticarla è oggettivamente ingiusto. La decisione di dire no alla corsa per il Mondiale russo è stata ponderata da Rizzoli già a Dubai quando si confrontò con Collina (allora Presidente degli arbitri UEFA) sull’argomento. La lettera è sincera e cristallina. Abbandona la possibilità di partecipare come rappresentante degli arbitri italiani al prossimo Mondiale perchè come scrive lui “Tutto ha un inizio e tutto ha una fine”. Lascia perchè ha già avuto tante gratificazioni da questo lavoro e secondo lui ora tocca ad altri misurarsi in una competizione tanto importante (probabilmente Rocchi).

Le polemiche nate intorno a queste vicende lasciano il tempo che trovano, ma è fondamentale darsi una “regolata”. Sfottere, prendersi in giro accusare l’arbitro ingiustamente, ma con il sorriso, è il bello del calcio e nessuno potrà mai togliercelo; il problema è che in Italia, spesso, ci perdiamo in pinzllacchere che, purtroppo, sfociano nell’ignoranza dei commenti sul web per una decisione arbitrale discutibile. Il più delle volte si spara a zero la prima “vaccata” che ci viene in mente senza essere a conoscenza dei fatti, per pigrizia, disinteresse o per semplice bisogno di provocare.

Trattiamo un argomento leggero con serietà, ma non dimentichiamoci del suo “peso” quando ne dibattiamo da tifosi, da appassionati o da addetti ai lavori. La verità è importante così come i “fatti” anche quando si parla di argomenti ludici.

J. M.

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