La conferenza stampa Spalletti di addio alla Roma: “Non mi merito i fischi di domenica, non si è remato tutti dalla stessa parte”

Spalletti dopo la conquista del secondo posto lascia per la seconda volta la Roma. Il tecnico di Certaldo aveva sostituito Rudi Garcia la scorsa stagione, poco più di un anno e mezzo è durato lo Spalletti bis a Trigoria, le sue parole di commiato.

L’ INTRODUZIONE DI MONCHI

“Siamo qui per la fine del rapporto professionale di Spalletti con la Roma. Con me è stato un rapporto breve ma intenso. Prima di arrivare qui avevo già una grande considerazione su di lui. Dopo averlo conosciuto si è moltiplicata. Oggi inizia una nuova tappa per la Roma, la strada, l’ unica che conosciamo è quella del lavoro. Spero Luciano che il nostro cammino possa farci rincontrare, Trigoria rimane sempre la tua casa, per sempre”

SPALLETTI

RINGRAZIAMENTO A MOCHI

“Avendo avuto a che fare con Monchi, anche per me sarà un rimpianto non poter continuare a lavorare con lui. In questo momento, anche dopo l’ addio di Francesco, servano punti di riferimento. Che abbiano una spiccata personalità nel confronto con gli addetti ai lavori. Sono sicuro che il DS riuscirà a compattare tutto l’ ambiente, come non ci sono riuscito io, grazie direttore”.

BILANCIO

“Ringrazio tutti, il primo pensiero va chi sta dietro le quinte. A quelli che lavorano, che ci preparano tutto e ci rendono tutto più facile. Loro hanno un importanza maggiore, senza di loro sarebbe stato difficile per me, disordinato come sono. Parlo di chi fa le pulizie, chi cucina. Noi rovesciamo tutto e loro ci fanno ritrovare tutto ordinato. Poi ringrazio la squadra, la società e tutto lo staff tecnico”.

VOTO

“Questo dovete valutarlo voi, io voglio solo dire che ho lavorato in una maniera serie  e profonda, cercando di fare il meglio per la Roma. Io ho il mio modo di fare, mi fido di me e cercato di dare il massimo. Io ho gioito e sofferto molto, il bilancio lo lascio a voi”.

MOMENTI

“I risultati che hanno fatto la differenza, i risultati nel calcio sono tutto, purtroppo. L’ immagine migliore è la serietà del gruppo. Quello è il passaporto per fare un buon campionato. Se non lavori in maniera seria in settimana, non arrivi ai risultati”.

FIEREZZA

“Si passa sempre dalla qualità nel modo di lavorare e parlare. Far rendere conto ai calciatori quale è l’ obiettivo. Se non c’è coinvolgimento e disponibilità è difficile confrontarsi con grande squadre. Anche quando ero in Russia seguivo prestazioni e risultati della Roma. Abbiamo lavorato in modo corretto e serio. In questo lavoro ci sono episodi fondamentali. La cosa più importante è che lasciamo una Roma forte. Ha individualità importanti, ma si è comportata da collettivo. Si poteva far meglio come obiettivo di tutti. Non ci sono riuscito, non abbiamo remato tutti dalla stessa parte. Le potenzialità come si è visto domenica sono importanti. Magari ripartendo proprio da domenica, che sembrava una festa ma anche un addio, con l’ abbandono del fenomeno Totti. E’ come una bella donna che ha in grembo qualcosa, con un sostegno totale, tutti assieme, in una direzione che racchiuda tutte le potenzialità che ha questo ambiente molto bello, che mi dispiace lasciare”.

RIMPIANTI

“Di errori probabilmente ne ho fatti, giudicate voi. Ho detto delle cose forti in alcuni momenti, ma era necessario per il rapporto con società e sopratutto con la squadra. Perché sono quelli i momenti fondamentali. Le cose se fossero giudicate dall’ interno, la percezione sarebbe stata diversa. Io i fischi di domenica li ho sentiti. Io non me li merito, per come sono fatto e per come ho lavorato. Sono colpa di altri. Poi questo ha creato una linea di demarcazione e me ne vado per il bene della Roma.
Ora spero che si faccia un lavoro diverso, perché senza Totti manca qualcosa di importante. La partita di domenica è stata folle, figlia dell’ addio di Francesco. Ha fatto vedere l’amore per la Roma, senza barriere, anche quello chi ha tolto troppe energie. Qualsiasi giocatore normale con questo pubblico può diventare un campione. Spero che da ora ci si compatti tutti. Con Francesco ci rimango amico e ci andrò a cena fuori. Io e Francesco rimarremo persone che si rispettano in tutto e per tutto. Io con lui ho avuto sempre parole corrette e stima reciproca nel prendere decisioni che sono dispiaciute pure a me”.

PERCHE’ VIA

“Io mi fido di me, non ascolto chi parla sapendo che poi va contro la Roma. Giudicate voi il mio lavoro. Io trovo continue persone contro la Roma, i miei obiettivi sono stati sempre quelli di fare il massimo per la Roma. Io ho il mio ruolo, purtroppo. La situazione che si è venuta a creare dispiace e mi disturba. Secondo me non ho sbagliato nulla, i fischi mi hanno fatto male, non me li merito. Se quelle persone io le incontrassi una per una e entrassero nella mia testa quando abbiamo perso con il Lione, la Lazio, che sta a cuore a qualcuno qui in sala stampa. Se fossero state nella mia testa, non avrebbero fischiato”.

COSA MANCA PER VINCERE

“Io pensavo di avere le qualità nella squadra per vincere, allestendo con le nostre disponibilità una squadra per vincere. La Juventus è stata troppo forte, poi abbiamo fallito nelle altre competizioni. L’ anno scorso la squadra era più corta ora si è un po’ allungata. Per caratteristiche lo scorso anno assomigliavamo al Napoli di Sarri. Quest’ anno ho fatto una scelta diversa, ma ha pagato lo stesso. Dzeko ha fatto tantissimi gol, l ‘abbiamo messo anche in discussione anche questa stagione. Ha potenzialità enormi. E’ sensibile. Se fa gol Totti e si scrive che vuol andare via a lui dispiace. E’ sempre quel corpo unico che va tutto nella stessa direzione. La Roma è una squadra forte assieme ad altre. Le pretendenti al titolo all’ inizio sono tante. Sono sicuro che con l’arrivo del direttore che è abituato ad avere il linguaggio del campo, si cambi. Se si riesce a far lavorare per bene, darà dei risultati maggiori con le qualità che ha assieme alla voglia di Pallotta. Non è detto che chi ha giocato bene l’ anno precedente rifaccia bene. Vanno supportati, tutti devono andare nella stessa direzione. Ero già arrivato secondo, pure quest’ anno, non è andata bene come avrei voluto. Non voglio che si dica che sia la mia un esperienza importante. Ci sono i contenuti per fare una Roma ancora più forte”.
CHI NON HA REMATO DALLA STESSA PARTE
“Io ho fatto il mio lavoro. Penso che Francesco sia un grandissimo calciatore, lascia un vuoto immenso. Bisogna stare attenti a ricompattarsi. Per ora c’è bisogno ancor di più fare gruppo. L’ esaltazione di un singolo elemento disturba anche lui stesso. Lui è stato forte anche in questo, ma questo appiattisce gli altri. Quando io difendo gli altri, per voi vuol dire andare contro di lui. Io ho fallito in questo, perché la Roma ha grandissime potenzialità come ambiente e supporto. Io non ci sono riuscito a mettervi tutti nella stessa direzione (riferendosi ai giornalisti n.d.r.)

NEMICO DI TOTTI

“Come nemico di Totti, fa parte della coscienza di chi vede il nostro rapporto. Sono nemico per i tre o quattro (giornalisti) che hanno scritto tutto l’ anno. Io spero che ci sia comprensione per le scelte fatte. Io quando sono arrivato la Roma era in difficoltà di gioco, non c’erano molti leader. Non si intravedeva una rapida via di uscita. Per cui ho dovuto prendere delle decisioni che hanno portato a un percorso e ho ringraziato Francesco perché lo ho penalizzato. Se senza di lui abbiamo fatto il record dei punti, ci sarà anche un modo diverso di fare. Senza togliere niente a lui che è un fenomeno. Io ho preso lui come esempio per mostrare una strada ai compagni di squadra”.

SENZA FISCHI SAREBBE RIMASTO

“I fischi partono da lontano, da quando sono arrivato. Io la gente la incontro per strada. Voi lo sapete bene. Gli allenatori vanno via da soli da Roma, così si dice. Il contorno disturba dell’ ambiente, a me poco ma alcuni sono durati tre mesi. La volontà di mettere qualcuno contro Totti. Io e Totti rimarremo amici, anzi quando diventerà dirigente saremo amici strettissimi. Quando finirà questa esaltazione del singolo e si esalterà la squadra sarà un passo avanti. Per me i calciatori non sono tutti uguali. Guardo chi arriva arriva prima all’ allenamento, alle giocate alla disponibilità. Io ora che vado via spero che continui Francesco, non sono stato io a farlo smettere, ha scelto lui, l’ avrò fatto smettere o giocare un anno in più. Secondo me l’ ho fatto giocare un anno in più. Gli ho voluto stra-bene”.

PERCHE’ FALLIMENTO NELLE COPPE

Non sono riuscito a lavorare bene con la squadra, creare un argine che ci impedisse di perdere quelle partite. Ho commesso degli errori. Come il derby perso, pensando che il Napoli avesse un calendario migliore del nostro. Negli spogliatoi si annusava questo timore, non abbiamo trovato le forze per reagire. Poi siamo andati a Milano dopo il derby perso ci siamo trovati rimbalzati a San Siro, evidentemente ho commesso degli errori. Se si vuol vedere come un insuccesso non aver portato a casa titoli. Ma se non si fa un corretto dosaggio delle richieste che vengono fatte a una società e una squadra, si rischia di non vincere ancora per molto. Spero che Monchi parli molto alla gente e a chi vuol bene alla Roma, chi ha a cuore la squadra”.

QUANDO HA PENSATO DI LASCIARE LA ROMA

“E’ stato un pensiero che è maturato nel percorso. Ho detto delle cose e le mantengo da persona schifosa che sono. Io ho un bellissimo rapporto con la squadra e pensavo di stimolare il rapporto così. Poi non si può tornare indietro su quello che si dice e poi c’è il carico di tutto quello che ho detto prima. Io anche vengo qui presto e spesso rimango fino a tardi con tutto lo staff. Lo stare assieme secondo me con tutti i collaboratori, ritrovarsi tutti assieme in palestra dopo l’ allenamento fa sempre bene. Avevo l’ abitudine di passere lunghe giornate qui”.

INTER

“Io sono una persona libera da oggi e faccio qual che mi pare. Come reagisce la gente alle mie scelte non lo so e quello che verrà detto non è detto che mi disturbi più di tanto. Avvolte si fa finta di rimanerci male. Non mi interessa quello che pensano gli altri. Io da qui in avanti inizio a parlare chi mi vuole. Se mi piace quello che mi propongono mi organizzo. Se non mi piace, niente”.

DI FRANCESCO

“Io spero sia uno tra Montella o Di Francesco il prossimo allenatore della Roma, perchè conoscono l ambiente. Hanno qualità umane importanti”

MERCATO DI GENNAIO

“Io dalla società ho ricevuto tutto quello che dovevo avere. Se so le potenzialità, non vado dopo a dire qualcosa alla società. Anzi c’era la possibilità di comprare un giocatore ma per difendere uno che avevo, ho detto di no. Per non mettere in competizione questo giocatore, non mi pareva giusto. Pallotta vuole investire, vuole fare lo stadio per la Roma e si vuol mettere in dubbio che lo faccia per interessi suoi… assurdo.. famo sto stadio.. diventa così tutto più facile per il bene della Roma, così si ha più spettacolo, più introiti. C’è una citazione importante di un cantautore romano che mi garba, che ha scritto anche sulla tomba…’Non escludo il ritorno…”

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