Tributo agli invincibili 2009 della Don Gaspare Bertoni

Questa è una storia di sport. È una storia di calcio, possiamo chiamarla favola, impresa. Forse si può definire semplicemente, una stagione da record, di una piccola grande squadra.

Quello che i risultati poi generano e lasciano indelebili, sono le emozioni.

Il Don Gaspare Bertoni è una squadra di bambini e ragazze/i del quartiere Africano di Roma. Gioca nel campo della parrocchia, classico terreno di calcio a cinque, di qualche generazione fa.
I bambini del 2009  questa stagione hanno realizzato qualcosa di straordinario. Il Mister Giancarlo Santangelo li ha iscritti in quattro tornei, disputati da settembre a giugno. Quattro tornei vinti, senza mai perdere, mai una partita.
Sette bambini nati nel 2009, con il supporto di due 2010, sono riusciti in quello che nei campionati di qualsiasi sport è qualcosa di eccezionale, quasi impossibile. Vincere sempre
Vi chiederete, ma chi erano gli avversari? Che livello di squadre hanno affrontato? La risposta è l’eccellenza del calcio romano giovanile, le migliori squadre della capitale. L’ ultimo trofeo conquistato, la Gold Cup, ha visto come avversario in semifinale, l’ As Roma. L’affermazione ad Alba Adriatica, sfidando pari età di tutto il centro italia, ha consacrato l’ annata.
La Don Gaspare Bertoni 2009 posa con la GOLD CUP
Bambini, di 8 anni, che oggi non possono rendersi conto di quello fatto. Quello che sanno alla perfezione è che uniti si vince. Bambini buoni, che si vogliono bene gli uni con gli altri, vogliono bene ai mister. Santangelo lavora in staff con Leonardo Odorisio e Niccolò Astorri.
Un gruppo affiatato e coeso, bambini, allenatori e genitori che hanno partecipato a una stagione fantastica.
Non vi aspettate di sentir parlare di gol in rovesciata, dribbling ubriacanti, parate sotto al sette o di fenomeni che tra dieci anni troveremo in serie a.
La sconfitta è parte integrante dello sport, imparare a perdere è necessario, anche per poter vincere in seguito. Chi vince è uno solo, ma competere è il senso dell’ attività sportiva.
I bambini del 2009 del Don Gaspare Bertoni hanno vissuto e costruito qualcosa di magico. Chi gioca in campionati o semplicemente il lunedì sera con gli amici di sempre, sa di che parlo. La soddisfazione, la gioia di vincere una partita di pallone.




La DGB premiata ad Alba Adriatica con staff tecnico al completo e fratelli e sorelle di supporto


Come detto Alessandro, Antonio, Antonio, Edoardo, Flavio, Leonardo, Livio, Paolo, Ugo non possono essere pienamente coscienti di cosa hanno realizzato. Avendo solo otto anni, non può essere che un bene. Ma la stagione 2016/2017 rimarrà sempre nella loro memoria. Non potranno dimenticare gli allenatori, i genitori, il Presidente (La DGB 2009 ha anche un presidente che ha seguito in casa e trasferta le imprese dei ragazzini) e il cameraman/montatore/dj “Molecola”
Vincere sempre. Sembra banale, ma in tutti i campi della vita è quasi impossibile. Se lo fa una squadra di parrocchia, di quartiere, senza fondi, senza divise griffate, facendo i turni per il campo di allenamento, composta da alunni della stessa scuola, addirittura cinque frequentano la stessa classe, diventa grandioso.

Mister e bambini senza la presunzione di sentirsi fenomeni ma che si impegnano al massimo per divertirsi. Vincere sempre divertendosi è il massimo.

Vorrei scrivere un lieto fine della favola o un “to be continued”. Ma come succede di sovente quando una stella brilla, tutti vogliono un pò della sua lucentezza. La prossima stagione due bambini giocheranno in una delle squadre più importanti di Roma, li hanno cercati e voluti con insistenza. Un altro bambino si trasferisce nella città di origine della famiglia.

Gli invincibili 2009 della Don Gaspare Bertoni non giocheranno più assieme. Forse è giusto così. Rimarranno imbattuti nella loro composizione originale.



Alberto Bazzerla ha intervistato Giancarlo Santangelo, l’ allenatore della Don Gaspare Bertoni:


Da quanto tempo fai l’allenatore? Cosa fai nella vita?

“Sono ormai parecchi anni che faccio l’allenatore. Alleno calcio e calcio a 5, ho allenato anche nel femminile. Prima sono stato giocatore, ho giocato anche in Serie B di calcio a 5. Nella vita privata, invece, ho una mia attività nel settore informatico”.


Cosa rappresenta per te la Don Gaspare Bertoni?

“Da piccolo ho dato i miei primi calci in questa società, che si appoggia ad una parrocchia. Il vicepresidente attuale è stato il mio primo allenatore. Sono tornato qui perché mi sentivo in dovere di poter aiutare l’ambiente a crescere. Una questione affettiva. Noi partecipiamo a tornei di calcio e calcio a 5 sia federali che di altri circuiti. In ogni caso alleno altre due squadre, sempre giovanili, di altre società”.


Come hai reclutato i bambini per fare la squadra?

“Alcuni bambini militavano già nella Don Gaspare Bertoni, altri sono arrivati. Diciamo che ho tirato su un gruppo, grazie ai miei validi collaboratori, che in parte già si conosceva. Il gruppo dei 2009 è formato da 7 2009 e 2 2010 e poi c’è un gruppo di soli 2008”.


Come impostavi gli allenamenti?

“Purtroppo abbiamo un solo campo e ci sono molte attività. Facevamo due allenamenti settimanali da un’ora ciascuno. La parte predominante è sempre l’attività ludica, i bambini devono giocare e divertirsi, ma naturalmente inserivo sempre esercizi tecnici propedeutici per rafforzare il loro bagaglio personale”.


Come è stato il rapporto con le famiglie?

“Ottimo. Delle famiglie fantastiche che mi hanno appoggiato e aiutato. Il rapporto con le famiglie è sempre un aspetto delicato e fondamentale, non posso che essere grato a loro”.


Ti aspettavi un’annata del genere? Hai mai pensato potesse succedere?

“Ad inizio anno credevo di avere due buone squadre. Avevo dei bambini con potenzialità per fare bene. Certo, aspettarsi di non perdere mai con i 2009 è impossibile. Ci tengo a precisare che anche i 2008 hanno vinto il loro campionato e hanno disputato altri ottimi tornei. Quindi questo testimonia che se uno lavora bene e in maniera professionale anche in un’entità parrocchiale si possono raccogliere ottimi risultati”.




Quale è la cosa che tu hai trasmesso ai bambini e che i bambini hanno tramutato in campo?

“L’amore per il gioco. Alla fine ai bambini bisogna insegnare questo. Essere leali verso i compagni e gli avversari e umili. ‘Lavorare’ sodo e non pensare di dare le cose per scontate. Ho sempre fatto giocare tutti, dai più bravi ai meno bravi, come è giusto che sia”.


La difficoltà maggiore di quest’anno quale è stata?

“È stato un anno particolarmente positivo, quindi c’è da trovare il pelo nell’uovo. Se devo dirne una, probabilmente la gestione dell’allenamento del venerdì; fine settimana, i bambini hanno mille impegni durante la settimana e mille corsi da fare, sono super impegnati. Quindi qualche volta diventava più difficile gestirli magari, a causa della stanchezza. Ma una cosa davvero di poco conto”.


L’immagine più bella che ricordi di questa annata?

“Senza dubbio il torneo ad Alba Adriatica. Il nostro gruppo 2009 assieme al gruppo dei 2008. Tutti assieme, con le famiglie appresso, in campo come in hotel. Un momento di aggregazione e unione davvero bello. Tutti a cantare l’inno nazionale il giorno della presentazione del torneo e poi aver vinto con i 2009 il torneo e il miglior giocatore e aver ben figurato con i 2008, veramente emozionante!”


Si dice che nel calcio si impari dalle sconfitte. Voi non avete mai perso. Cosa ne pensi?

“Perdere aiuta a capire tutte le sfumature del calcio, anche quelle meno piacevoli. Dalle delusioni si impara molto, cosi come dalle vittorie. Ovvio, ai 2009 quest’anno non è mai capitato di perdere ma se avessimo perso, non ci sarebbe stato niente di male, anzi. Sono il primo a pensare che perdere aiuti poi a trovare le giuste motivazioni per tornare a vincere, ti insegna a crescere”.




Cosa ti resta di quest’anno?

“Tanto, battere la Roma (7-3 ndr) con i 2009 non è una cosa che capita tutti i giorni. Ma abbiamo battuto anche squadre giovanili di società di Serie D, Eccellenza e di società più organizzate. I miei bambini hanno dimostrato di avere carattere, che a quell’età magari non te l’aspetti. I 2009 hanno vinto 4 tornei e 27 gare consecutive. Grande soddisfazione anche dai 2008 che dopo le prime sconfitte sono diventati un grande gruppo andando a vincere il campionato e perdendo in semifinale in un torneo federale. È stata una stagione irripetibile sia a livello umano che sportivo. La cosa più importante è che tutti sono cresciuti sia dal punto di vista tecnico che caratteriale”.




Visti i risultati e il blasone degli avversari sconfitti, molti tuoi giocatori forse meriterebbero palcoscenici migliori?

“Si, lo meritano. Due bambini del 2009, infatti, andranno a giocare alla Roma in prima squadra il prossimo anno, senza passare per i provini. Sono stati selezionati durante i tornei. Questo senza dubbio è motivo di orgoglio, anche personale. Ci sono tanti bravi giocatori che militano nelle squadre minori, così come non tutti quelli che militano in grosse squadre sono poi davvero forti. Il calcio è anche questo, ci vuole tanta fortuna e voglia di lavorare e imparare. Ho detto alle famiglie dei due bambini che questi treni quando passano vanno presi”


Quale è il progetto per il prossimo anno?

“Il prossimo anno continuerò il mio lavoro mirando alla crescita dei bambini. Inseriremo anche altri gruppi, tipo quello dei 2005-2006, che mancava e che giocheranno a calcio a 5. Abbiamo gli Juniores che quest’anno sono stati campioni regionali perdendo poi le finali CSI a Cesenatico e la Femminile che ha vinto il torneo Open CSI. Il nostro progetto prevede una crescita della società, nonostante le difficoltà. Mi impegnerò per questo, facendo probabilmente il Responsabile del Settore Giovanile e l’allenatore come sempre. Ringrazio tutti e soprattutto i miei collaboratori più stretti”.



intervista a cura di Alberto Bazzerla


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