ATLETICO ROMA . Presentazione del tutto personale di una partita cruciale

Presentazione del tutto personale di una partita cruciale


Se tutto va bene tra poco vi faccio ridere, altrimenti
penserete che sono pazzo, non dico del tutto ma almeno un pochino.
Se così
fosse potete lamentarvi con chi gestisce il sito ahahah
Atletico Madrid Roma è partita da dentro o fuori.
No non è questa la parte che fa  dubitare del mio tasso alcolemico …arriva tra
poco.
E’ evidente che sia l’ultima spiaggia per l’Atletico che ha
una classifica deficitaria e deve
vincere assolutamente. Ma a noi che non siamo spagnoli, men che meno madrileni
e non siamo mai stati simpatizzanti di Simeone, se non nella parentesi pisana,
dell’Atletico frega pochissimo. A stare larghi.
Stasera è partita da dentro o fuori per la Roma!!
Perché, se ci pensate bene, stasera la formazione capitolina
ci dirà se intende spalancare la porta d’accesso a quello che Lady Cerci
chiamava “il calcio che conta” o se resterà nel “mondo di mezzo” popolato da
squadrette forti ma discontinue, che promettono e non mantengono, che t’illudono
per farti piangere lacrime amare.
Il calcio che conta è quello in cui le premesse rivelano il
finale, se si dice che non si molla niente non si molla niente per davvero; è
quello in cui non ti senti mai arrivato se non lo sei, non si muore sul
traguardo ma un centimetro dopo.
Questa partita è proprio perfetta, è una bocca della verità
in calzoncini, che morde davvero se le menti, e ti stacca le poche certezze che,
faticosamente, pensavi di esserti costruito.
Perché l’avversario non avrà timori, non avrà rispetto, e -se
si verificheranno le condizioni- non avrà pietà. Stasera solo una Roma davvero
matura, concentrata e determinata a far parte dell’elite del calcio potrà uscire indenne dal Wanda; e con indenne non
intendo non sconfitta.
 La sconfitta fa parte
dello sport. Non è sport senza sconfitta.
Ma non è sport nemmeno quando questa non sia frutto di
superiorità netta dell’avversario. Al più forte si stringe la mano. Ma chi perde
perché in fondo in fondo sta bene nel guado del mondo di mezzo, perché diventare
grandi è sacrificio e sofferenza, con quella mano dovrebbe prendersi a schiaffi.
E menare forte!
Purtroppo in quello che è diventato oggi lo sport, non si
vedono strette di mano né gente che si schiaffeggia da sola, il pollice
opponibile sembra serva solo per twittare o scattare foto.
Con fatica, la Roma ha gettato le basi per essere grande,  lo ha fatto intravvedere a Londra e vedere in
maniera cristallina  nella gara di
ritorno col Chelsea.
Nessuno pensava potesse ben figurare in questo girone, pochi
pensano, tutt’ora, che lo possa vincere, ma tanti -ed io tra questi- pensano
sia ormai obbligatorio qualificarsi.
(Con Real Madrid e
Bayern Monaco  che arriveranno seconde io,
conoscendo le fortune giallorosse nei sorteggi, vedrei meglio il secondo posto
ma questa è un’altra storia).
E’ stato troppo bello vederle affrontare questa Champions
per accettare che la butti via.
Penso all’umiltà e al sacrificio all’Olimpico con l’Atletico, serata della scoperta del valore di Allison, allo spavaldo cinismo che diventa lucido catenaccio col Qarabag, alla sfortuna
ribaltata col gran gioco allo Stamford Bridge, alla prova sontuosa nella gara
di ritorno in cui il Chelsea è stato annichilito.
Non posso pensare che era tutta una parentesi, voglio
pensare che sia la nuova normalità.
E’ questo che stasera devono mostrare Eusebio e i suoi
ragazzi al popolo giallorosso.
Che è iniziata una nuova pagina della storia giallorossa.
Fatta di consapevolezza di poter stare nel calcio che conta, di voglia di starci, di conoscenza di cosa sia imprescindibile per starci e, soprattutto, di feroce e continua voglia  di fare, tutti insieme, ciò che serve per starci.
Per questo non vi parlo di possibili formazioni di cambi e di
moduli, perché non contano niente. Meno di zero, fidatevi.
PS Lo so che state sorridendo di fronte a questa malcelata
paura di perdere tutto. Vi vedo. Alcuni di voi stanno pensando che stasera
conta poco perché tanto poi c’è la” partita facile col Qarabag” in casa.
Ripassate la storia della Roma: delle sue “partite facili”
come quella col Lecce o delle partite della vita come quella con lo Slavia Praga.
Erano in casa anche quelle. Fatto? Chi è il pazzo adesso, chi ha bevuto?
Un caffè grazie
Angelo Spada


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