Di Francesco is better than Spalletti? Unbelievable!!


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Partita intensa e spettacolare, vince una Roma a due volti; garibaldina e sbadata nel primo tempo, solida e pragmatica nella ripresa. La Fiorentina paga, alla distanza, il minor tasso tecnico. Sugli scudi Gerson, rilanciato da un allenatore bravo a lavorare con i giovani.


Credo fosse Marta Marzotto a dire “ fatti un nome e pisciati
a letto, diranno che hai sudato”.
Se Gerson Santos Da Silva diventerà anche solo un buon
giocatore, qualcuno dovrà ricordare la frase a Spalletti. Potrebbe tornargli
utile mentre si esercita a recitare il suo personaggio. Il certaldese, che deve
il decollo della sua carriera (non ce ne vogliano a Udine) alla fortuna di aver
disposto di un fenomeno giovane come Totti, 
aveva impacchettato e spedito il brasiliano in Francia come si fa più o
meno con l’umido irriciclabile.
 Dopo averlo bocciato
da fantasista perché lento, provato da centrale di centrocampo e mandato allo
sbaraglio –  la sorte è più ironica dei
comici- come ala destra allo Juventus Stadium, il ragazzino non rivide mai più
il campo.
Eppure era allenato, valutato e monitorato da un Genio
assoluto, lo dice anche Wanda Nara.
A casa Di Francesco non ci sono lampade da strofinare: c’è
competenza, intuito, cultura del lavoro e capacità di lavorare anche coi
giovani, di farsi ascoltare, convincere e trascinare.
Non si parla a tutti allo stesso modo, perché non tutti comprendono
o vogliono ascoltare allo steso modo.
Sei anni fa a casa nostra arrivò un bellissimo cucciolo,
mezzo labrador mezzo segugio, uno spettacolo vero. Bello come solo i cuccioli
sanno essere, testardo di più. Pensavo io. La realtà era che lui ascoltava solo
mia moglie perché io parlavo con un tono che non lo conquistava. Si chiamava
Albert, scherzando potremmo dire che era il mio Gerson. Ma io c’ho messo due
giorni a capirne il potenziale, e non lo avrei ceduto nemmeno all’emiro del
PSG, figurarsi per un pagherò del Lille.
Tutto questo preambolo è per dire che Fiorentina Roma ha un
solo grande protagonista: Eusebio Di Francesco. Il tecnico abruzzese sta
riuscendo a fare cose inaudite a quelle latitudini, perché compiere ed
archiviare l’impresa in Champions, facendola seguire da una prestazione monstre
pur ricorrendo ad un ampio turnover, è sceneggiatura nuova anche per chi vive
intorno a Cinecittà.
La colonna portante giallorossa è definita: Allison, uno tra
Fazio e Manolas, Nainggolan e Dzeko.
Il resto ruota sfruttando una rosa costruita, ma
soprattutto plasmata, all’insegna di una vorticosa e mai sterile
intercambiabilità. Juan Jesus può dare il cambio ad un centrale, El Shaarawy
rilevare Perotti, Pellegrini Strootman, Gonalons De Rossi; quando tutti i
terzini staranno bene Florenzi e Peres si avvicenderanno così come Kolarov ed
Emerson Palmieri. Anche Under avrà spazio se saprà meritarselo.
Poi c’è Gerson, fino a ieri  ennesimo bidone strapagato, oggi campione in
fieri, domani chissà. Ha la fiducia dell’allenatore e dei compagni, dopo la doppietta
al Franchi, probabilmente, anche l’autostima si sarà impennata e potrebbe
essere un ottimo, inatteso rinforzo.
La partita ha offerto il più bel primo tempo del campionato.
Il tatticismo soccombe subito alla voglia di giocare delle due squadre, come in
una sfida a  calcetto tra amici, si
assiste a continui ribaltamenti di fronte, scontri lancia in resta  e gol a raffica. Sotto una pioggia
intermittente i 22 in campo hanno offerto uno spettacolo che è didascalia della
passione per il calcio. Simeone , Veretout ,Chiesa, Gil Dias, ma anche Gaspar  (se subirà un trattamento alla Gerson) sono elementi molto interessanti su cui la
Viola potrà costruire le sue prossime fortune.
Tutt’altra storia la ripresa: la Fiorentina paga lo sforzo
profuso mentre nella Roma – e qui ci mette lo zampino Di Francesco – torna la
razionalità. Trovato il vantaggio con Manolas, 
i giallorossi si limitano ad amministrare il gioco facendo correre la
palla;  Gonalons si ricorda di essere un
metronomo di centrocampo, Nainggolan pressa chiunque strappandogli spesso la
palla, Kolarov comincia ad attaccare,  Perotti imperversa e la storia finisce qui.
Un bellissimo spot per il calcio, tre punti importantissimi
per la Roma e tanti rimpianti per i gigliati.
Ci sono 5 squadre in testa al campionato, tutte con grandi
punti di forza ed alcune incertezze. Solo la Juventus sa come si gestisce un
campionato, le altre non ne hanno idea ma giocano meglio. Speriamo che l’incertezza
regni sovrana  a lungo, ne beneficerebbe
tutto il nostro movimento calcistico, troppo monotono negli ultimi sei anni.
A proposito di monotonia, banalità e movimento calcistico
italiano: in bocca al lupo ai ragazzi della Nazionale alla ventura (convocare
Jorginho ora non può essere programmazione ) con  Ventura.
Angelo Spada  

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