Mentre non riformate la Nazionale posso guardare il derby della Capitale?

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In apparenza il Paese è ancora fermo all’eliminazione dell’Italia dal Mondiale 2018; sospeso tra incredulità, delusione per le mancate rivoluzioni in FIGC e curiosità di scoprire chi sarà il nuovo Ct. Ma sabato ricomincia il campionato e, vedrete, la Nazionale tornerà a farci male solo in estate, con la sua assenza. 
Archiviata la cocente eliminazione della Nazionale dal
mondiale russo 2018, l’Italia pallonara, statene certi, è già pronta a
rituffarsi nel campionato. 
Tra poche ore i giornali ed i siti smetteranno di occuparsi delle
questioni azzurre per passare alla presentazione  e, poi,  all’analisi della tredicesima giornata della
massima serie.
Presto il Var sarà più divisivo della formazioni schierate –
forse sarebbe meglio dire sorteggiate- da Ventura.
Anche perché, diciamocelo con onestà, cos’altro c’è da aggiungere
sulla nostra Nazionale?
 La più grande debacle,
il più sordo dei tonfi, la madre di tutte le figuracce goffe è stata trattata
come una sconfitta normalissima: via l’allenatore e tutto è sistemato. Dopo
petaloso potremmo candidare “zamparinoso” al premio neologismo 2017.
Se non gli difettano coraggio ed incoscienza, presto
accoglieremo sulla panchina azzurra, offerta gentilmente da Ikea, un rilassato
ed abbronzato Carlo Ancelotti.
Arriverà con il suo sorriso bonario e le idee chiarissime, parlerà
di rifondare, di ritrovare fiducia ed entusiasmo. Porterà ottimismo. Sarà
accolto come un salvatore della Patria,  cui stringersi a coorte e lavorerà, circondato
da questo sostegno plebiscitario, fino al primo, inevitabile intoppo. Dopo di
ché  partirà il solito irrefrenabile,
rozzo ed incompetente frastuono di critiche, di suggerimenti non richiesti e di
prese di distanza. Il famoso coro di “l’avevo
detto io che non mi convinceva
” che in Italia viene superato solo dall’abusatissimo
premetto che ho tanti amici gay”.
Quando saremo a questo punto, sapete cosa penseranno
Tavecchio & Co?
Che non gliene frega ormai niente!
Credetemi, anche animali domestici e bambini col pannolino
hanno capito che, alla dirigenza federale, Carletto interessa solo per la sua
immediatamente spendibile capacità fare da paravento. Perché in questa Nazione dove
non si programma e non si cambia nulla radicalmente, la Federazione Giuoco
Calcio fa la sua parte alla grande. Perché dovrebbe, dal momento che in Italia tutto
ciò che è in qualche modo di natura pubblica si perpetua attraverso le secolari
arti della mistificazione e della restaurazione?
Perché dar vita ad una profonda, organica e lungimirante
ristrutturazione  del sistema se per l’opinione
pubblica (e per la propria sopravvivenza sulle poltrone) basta nascondere la polvere
sotto un bellissimo tappeto?
Ricordate la storia del dito e della Luna? Qui è pieno di
idioti che guardano il dito se glielo presenti bene.
Una volta imparato a fare le presentazioni, la poltrona è
salva ed il tempo dei saluti indefinito.
Ancelotti  sarà, come
Lippi dopo Donadoni, un bellissimo affresco ricavato sopra una puzzolentissima
muffa che infesta, soffocandoli,  i vecchi
e traballanti muri di quella che, un tempo, era la meravigliosa dimora “Casa
Azzurri”.
Oh come sarebbe divertente se Carletto rifiutasse la trappolona.
Sai le testate al tavolo che darebbe il buon Tavecchio? Le sentirebbero pure
Opti’ Pobà e i suoi fratelli sul ramo più alto del banano!
 Se, come ritengo più
probabile,  accettasse e fallisse ( non è
impossibile visto che mentre ci prova la muffa continuerebbe a proliferare
indisturbata), l’apocalisse sportiva che la FIGC sta ignorando sprangando le porte
degli uffici federali, diverrebbe d’improvviso  improcrastinabile, con tutto il carico di
emozioni forti che ne seguirebbe. Sarebbe lacrime ancora più amare ma anche
grasse risate.
Aprire quei lucchetti che hanno resistito ad ogni tentativo
esterno di forzatura, senza dignità, sarebbe divertente.
 Detto questo, non voglio
mentire: sono iscritto al PCI.
Partito del Campionato Innanzitutto nato dalla costola del PDCI
Partito dei Club Innanzitutto. Sono tra quelli che vedono nella nazionale una
parentesi noiosa da aprire e chiudere il prima possibile. E non perché non sia un
degno cittadino e tifoso della Nazionale,   ma perché
sono abbastanza stufo di passare il sabato a lavare la macchina con cui qualcuno,
subito dopo, girerà per campi polverosi, insozzandola.
La Nazionale è di tutti solo a parole, fattivamente  è gestita -male – da una Federazione da cui non
si dimette nessuno nemmeno ora: che volete da noi tifosi? Il soldato è
obbligato a seguire il generale in battaglia anche se la strategia è folle, il
cittadino-tifoso no. Ha ancora il diritto di averne piene  le palle e la facoltà di esercitarlo.
Benvenuto allora sabato 18 Novembre che ci porti il derby di
Roma e un bel Napoli Milan serale , arrivi come la grappa dopo il caffè, come l’amaro
in fondo alla cena, come il lavaggio alle 7.00 del sabato mattina obbligatoriamente
a cura di chi ha sporcato la macchina.
Mai come quest’anno il derby di Roma vale tantissimo per
entrambe. Non c’è, come purtroppo era accaduto negli ultimi anni, una compagine
che giocherà solo per mettere il bastone tra le ruote all’altra, impedendole, così,
il raggiungimento di risultati  già
svaniti per se stessa. No, stavolta è un derby d’alta classifica da vincere per
perseguire obbiettivi propri ed ambiziosi. Era ora.
Si va verso le 60.000 presenze, che garantiranno colore,
passione, tifo spettacolare e, si spera, basta.
La Lazio dovrà rinunciare al lungodegente Caseido, forse riperderà
Anderson alle prese con un  affaticamento
muscolare, ma recupera Strakosha.
Davanti al portiere albanese linea a 4 formata da Bastos, De
VriJ, Radu e Marusic; mediana con Leiva, Parolo, Sergej Lulic e Luis Alberto a
supporto di Immobile.
Nella Roma ancora in dubbio Nainggolan, tutti arruolabili i
altri sopravvissuti alla strage di crociati.
No Karsdorp tu resti a
casa!
A mio parere il belga pluritatuato non partirà dall’inizio
per cui la formazione della Roma dovrebbe essere: Allison, Peres, Fazio, Manolas
e Kolarov come pacchetto arretrato; Florenzi, Strootman, De Rossi e Pellegrini
a centrocampo con Perotti a supporto di Dzeko.
Due ottime squadre, due bravi allenatori ed una classifica
che sorride ad entrambi. Ci sono tutti gli ingredienti per una grande partita.
Solo il riverbero dell’ infinita rivalità tra tifoserie, con
la sua antica e sadica capacità  di
bloccare le gambe ed inasprire gli animi dei calciatori potrebbe impedire a
questa gara di essere spettacolare. Su questo non rischio previsioni; ma sono
pronto a scommettere che stavolta De Rossi , comunque vada, non salirà sull’autobus
avversario per porgere scuse o fare auguri e  complimentarsi.
Nello sport, come nella vita, si incontrano, spesso,  omuncoli incapaci di gesti corretti o semplicemente
logici; raramente ci capita di conoscere grandi uomini abituati a compiere
grandi gesti. De Rossi appartiene alla seconda categoria  ma…. est
modus in rebus
.
Angelo Spada

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