Non solo Pulgar. Gli eroi del +3 da calcio d’angolo insieme a tante leggende.

I calci d’angolo a qualsiasi latitudine terrestre, si sa,
sono dei “mucchi selvaggi”. L’attaccante strattona il centrocampista incursore,
il difensore fronteggia l’omologo salito per l’occasione, il terzino protesta e
poi spinte, pestoni, trenini, ingiurie e minacce. Il risultato è lo scompiglio perfetto, il
caos programmato di un groviglio di 15-16 giocatori che aspetta uno spiovente
dalla bandierina.

Dalla sua porzione di paradiso, esente dalla battaglia, il
tiratore prova a battezzare la testa giusta, non per forza quella del più alto
ma anche quella del più scaltro. Eppure la meraviglia del calcio risiede nell’inaspettato,
nel pensiero e nell’azione che modificano splendidamente un canovaccio delineato
in allenamento. Insieme al proverbiale respiro profondo, chi batte il corner
cerca d’osservare. Alcune volte l’avversario che copre il primo palo freme
dalla voglia di dare una mano ai compagni in mezzo a quell’inferno e,
molto probabilmente, al momento del fischio dell’arbitro lascerà uno spiraglio
libero tra l’estremo difensore e il sostegno al suo fianco. In altre occasioni
il portiere compie un passo di troppo davanti la linea di porta per poter vedere
la palla partire. Errori fatali. Parte  il corner e quello che tutti credono un cross
si traduce in un arcobaleno perfetto che si insacca tra lo stupore generale.
E di tutta questa bellezza ne esulta pure il Fantacalcio. Al
+3 di Pulgar, da ascrivere alla categoria dell’errore del difensore sul primo
palo, si aggiungono altri esempi di funamboli del corner. 
PAPU GOMEZ
Si ricorderà eccome il capitano della Dea di quell’Atalanta-Carpi
quando al minuto 43 disegnò una parabola fantascientifica che si infilò sul
secondo palo. Il gol del Papu servì ai padroni di casa  a consolidare il vantaggio siglato da Pinilla
e precedette il colpo del KO di Cigarini.

DEJAN STANKOVIC
Calcio d’angolo dalla traiettoria insidiosissima che a
differenza degli altri non possiede un altezza considerevole anzi, prima di
carambolare in rete la palla rimbalza sul terreno di gioco e beffa Dida. Ma chi
di beffa ferisce di beffa perisce e il gol del parziale 2 a 0 del serbo, in
quella 22esima giornata della stagione 2003-2004, venne vanificato dai gol di
Tomasson, Kaka e Seedorf.

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ALVARO RECOBA
In questa speciale classifica non poteva mancare un habitué
del gol da calcio d’angolo. Se esistesse una Top Ten – All time dei mancini più educati di tutti i tempi El Chino
non sfigurerebbe affatto dinanzi i grandissimi della storia del calcio e il
corner battuto contro l’Empoli testimonia tutto il genio e la tecnica balistica
di questo tanto fantastico quanto discontinuo giocatore. Oltre a questo
episodio l’ex Inter ha segnato due altre reti dalla bandierina con la maglia
del Nacional Montevideo.

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ROBERTO BAGGIO
Era il 2002 quando il Divin Codino entrava allo Stadio Via
del Mare di Lecce deciso a ribadire il concetto di fuoriclasse. E il gol da
calcio d’angolo è solo un intermezzo tra due altre firme del ragazzo di
Caldogno.

JUAN SEBASTIAN VERON
A chi tutto e a chi niente. Se dalla spicchio dell’angolo due
si contendono il cross due come Mihajlovic e Veron il pubblico ha ragione a sognare
ad occhi aperti e magari ad aspettarsi un colpo di classe da un momento all’altro.
Qui il giocatore argentino sfida la fisica con un tiro perfetto che spiana la
strada al 4 a 0 della Lazio.
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E oltre a questi esempi se ne ricordano tanti altri: da
Maradona a Ronaldinho, da Beckham ad Henry, da Forlan a Roberto Carlos (che la
mise in porta con l’esterno!). Ma il posto di leggenda in questo ambito spetta
a Massimo Palanca, ex Napoli,
Catanzaro e Frosinone, che negli anni ‘70 e ‘80 segnò ben 13 volte dall’apice
del campo.

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A cura di Stefano Mangione


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