Zaniolo:”Kaka mio idolo. Dopo la Fiorentina ho pianto una settimana. Mi piacerebbe fare come De Rossi”.

Nicolò Zaniolo racconta al sito ufficiale della Roma la storia della sua breve carriera, esplosa negli ultimi mesi. Il Diciannovene ex Inter dopo la doppietta negli ottavi di finale di Champions contro il Porto e oramai sotto i riflettori di tutta Europa

PRIMI RICORDI LEGATI AL CALCIO
“Avevo tre o quattro anni, non ero ancora iscritto a una scuola calcio, ma appena vedevo una cosa per strada la prendevo a calci. Poi quando sono cresciuto ho iniziato ad andare a vedere mio padre Igor che giocava e lì è nata definitivamente la passione: mi piaceva vedere i tifosi esultare ai gol, vivere il campo la domenica”.

RUOLO DEL PADRE
“È stato in diverse squadre, ma ricordo bene quando giocava alla Carrarese, perché era vicino casa. E anche qui alla Cisco Roma, spesso venivamo qui per vederlo giocare. Mi emozionavo quando segnava un gol”.

IDOLI DA BAMBINO
“Il mio idolo è sempre stato Kakà, mi appassionava il suo stile di gioco, era bello da vedere quando toccava il pallone”.

ETA’ DELLA CONSAPEVOLEZZA
“Ho sempre pensato a divertirmi e a giocare. Nella mia carriera tra le giovanili non ho avuto certezze, anzi: più delusioni. Non c’è un momento in cui ho pensato “ce la faccio”. Nemmeno adesso ci sto pensando, ti dico la verità. Voglio solo allenarmi e giocare”.

ESORDIO
“Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti. Sono arrivato fino agli Allievi e alla preparazione estiva con la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me…”.

DELUSIONE
“Sì. Dopo sette anni trascorsi lì mi ero fatto i miei amici, mi sentivo in famiglia. È stata una doccia fredda e ci ho pianto una settimana intera. Poi mi sono rimboccato le maniche. Sono andato all’Entella, vicino casa e alla mia famiglia, e da lì è nato tutto”.

HAI MAI PENSATO DI NON FARCELA
“Sì. Nel primo mese alla Virtus Entella. Ero in Primavera e non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, ero arrivato a preparazione già finita. Mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dicevo “se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana, a mille, fatta bene, senza pensare”. L’ho fatta e da lì non sono più uscito”.

ESORDIO IN B
“Era già nell’aria. Una volta ci sono andato vicino e ancora me lo ricordo. Eravamo a Vicenza, vincevamo 1-0 il mister mi disse “scaldati che fra poco tocca a te”, poi abbiamo preso gol e ha scelto di mettere un difensore. Poi a Benevento, un giorno prima del compleanno di mio padre, è arrivato l’esordio. È stata un’emozione incredibile, non ci credevo: era passato meno di un anno dallo scarto della Fiorentina e stavo esordendo tra i professionisti”.

ILPRIMO GOL IN CHAMPIONS
“Il mister fece la riunione tecnica alle 11. Non annunciò la formazione, ma mi disse che voleva parlarmi a fine riunione. Lì mi comunicò che avrei giocato, mi chiese se ero pronto. Io gli ho detto di sì. Invece di riposare, sono stato tutto il giorno in camera a guardare il soffitto. Poi una volta arrivato allo stadio, ho pensato solo a giocare e a fare quello che sapevo. Quando sei in campo pensi solo a quello”.

AIUTO COMPAGNI
“De Rossi è venuto a dirmi di stare tranquillo. Di giocare come sapevo, a due tocchi. Anche Totti è venuto a dirmelo”.

COME E’ CAMBIATA LA TUA VITA
“Sono cambiate le attenzioni nei miei confronti. E anche nei confronti delle persone che mi stanno attorno. Però voglio che si parli molto di più di me e di quello che faccio in campo, rispetto a quello che c’è fuori. A me piace molto il calcio, questa è la mia passione. Sono contento della mia stagione e spero che continui così”.

SENTIMENTI DOPO LA DOPPIETTA AL PORTO
“È un’emozione che ancora adesso non riesco a descrivere. Forse non ho ancora realizzato quello che è successo la scorsa settimana. Ora però devo allenarmi, penso a quello: andare forte sul campo per avere altrettante soddisfazioni”.

NUOVO TOTTI?
“Fare paragoni con lui è davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell’accostamento, ma io ancora non ho fatto niente”.

PENSI DAVVERO DI GIOCARE PER SEMPRE NELLA ROMA?
“Alla fine giocando in squadra con De Rossi e Florenzi, o vedendo a quello che ha fatto Totti, capisci quanto si può essere attaccati a questa squadra e a questi tifosi. Sarebbe un sogno fare le stesse cose. Io ora penso ad allenarmi e a giocare”.

TOTTI
“Era troppo forte, vedeva la giocata due ore prima degli altri, era impressionante. Io sono timido, mi vergogno ad andare a parlarci e per questo non gli ho mai chiesto niente direttamente, ma è sempre venuto lui a darmi dei consigli”.

I CONSIGLI DI KOLAROV
“Alex è esperto, fortissimo, conosce le dinamiche. Sa cosa può succedere a un ragazzo che è sulla bocca di tutti. Se dovesse vedermi con la cresta alzata farebbe bene a tirarmela giù. Lui è un esempio nello spogliatoio e in campo. Ha ragione”.

PUNTI DI RIFERIMENTO IN ALLENAMENTO
“Dove ti giri ti giri ci sono i campioni. Mi ispiro ai più esperti, ai senatori, a De Rossi, Manolas, Kolarov, Dzeko. Sono i miei esempi”.

MIGLIOR CONSIGLIO
“Mio papà mi dice che si fa presto ad andare in alto, ma ci si mette ancora meno ad andare in basso. Me lo ripete in continuazione, “non montarti la testa”, soprattutto adesso. E mi dice anche “ricordati come stavi quando la Fiorentina ti ha mandato via””.

HAI PENSATO CHE LA ROMA TI MANDASSE IN PRESTITO
“Non ho fatto la preparazione estiva con la squadra perché ero impegnato nell’Europeo e nemmeno la tournée. Quando sono tornato ero il nono centrocampista e l’idea di andare sei mesi o un anno a farsi le ossa c’era. La Società ha creduto in me, però, e anche il mister. Devo ringraziarli per questo. Spero di continuare a dimostrare che la fiducia data non è stata persa. Di Francesco ogni giorno mi dà consigli, mi dice come muovermi, anche fuori dal campo. Lo ringrazio per tutte queste possibilità”.

PENSI DI VINCERE IL MONDIALE COME DE ROSSI O ZONZI?
“Giusto ieri parlavo con Daniele delle emozioni vissute con la vittoria del Mondiale. E mi è venuta la pelle d’oca. Questi sono giocatori da cui devo prendere spunto per far bene. Un giorno, magari, spero di riuscirci anch’io. Ma non ci sto pensando ancora”.

RAPPORTO CON I SOCIAL
“Sono nato nell’era dei social media ed è difficile non utilizzarli. Ti ci diverti, ma so che bisogna stare attenti. La gente è andata a ripescare dei post che ho fatto cinque anni fa quando avevo tredici anni. Sono sotto gli occhi di tutti, ma so che sono giovane e che sto facendo bene in una piazza così importante. Devo essere bravo a gestire tutto questo”

GIORNATA TIPO
“Mi sveglio, faccio colazione con mia mamma. Mi porta all’allenamento e mi viene a riprendere. Poi ogni tanto ultimamente vedo la mia ragazza, che ho conosciuto qua. E niente, così”.

VIDEOGIOCHI?
“No, non mi piacciono”.

HOBBY
“Uscire con gli amici, parlare di cavolate e scherzare con loro”.

FAMA
“Non famoso, ma sono sotto gli occhi di tutti sì. So che sono giovane, sto facendo bene in una piazza così importante. Devo essere bravo a gestire tutto questo”.

AMICI DI SEMPRE?
“Sì sì. A Capodanno ho preferito restare con loro, piuttosto che andare in vacanza. Ho fatto una cena con loro a La Spezia, siamo stati bene”.

MIGLIOR AMICO NEL CALCIO
“Giuseppe Caso, che gioca nel Cuneo. Fino a quando ero piccolo, ai tempi del Canaletto e poi l’ho ritrovato alla Fiorentina”.

MESSAGGIO AI TIFOSI
“Li ringrazio per il sostegno. Spero di continuare così e centrare assieme a loro i nostri obiettivi”.

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