FOCUS GENOA: Il Grifone perde le ali, anzi, la testa.

Ennesima prova opaca degli uomini di Juric ormai in piena crisi di
risultati, una scia negativa che ieri ha 
toccato le quattro sconfitte
consecutive. Se da un lato il Cagliari ha interpretato in maniera ottimale il
match, dimostrando per lunghi tratti dell’incontro anche la solidità difensiva
che tanto è mancata durante la stagione, l’approccio del Genoa si è rivelato
sin da subito languido e disattento, manna dal cielo per i sardi che hanno così
avuto la possibilità di incanalare il match verso il binario a loro più consono,
quello della difesa e della ripartenza. Eppure i lampi genoani non sono affatto
mancati.
Ad esempio al minuto 28. Azione che parte dai piedi di Simeone
che si appoggia a Edenilson il quale dialoga con Cataldi, giocatore che in sole
due sedute d’allenamento con i compagni sembra aver già intuito il volere dell’allenatore,
verticalizzazione per l’esterno brasiliano, cross dalla destra e colpo di testa
in tuffo del Cholito. Vantaggio ligure che è un mix di cinismo e intesa tra i
reparti. Il sogno di ogni tecnico insomma.
In questa azione risiede tutto il coraggio delle scelte
dell’allenatore che ha preferito Edenilson a Lazovic e ha lanciato in campo dal primo minuto Danilo Cataldi. L’ex Lazio, unendo corsa, intensità e battendo anche i calci piazzati, è una delle poche note positive della giornata di ieri. E chissà se non partirà
proprio dal talento e dalla freschezza del centrocampista romano la rivoluzione
mentale di cui ha bisogno questa squadra. Perché tale sembra essere il problema
ligure. Lo stesso Juric a fine gara parlerà di “debolezza” e “mente brutta”. E come dargli torto? Il sunto del match genoano si traduce in  tanta debolezza fisica e mentale, distrazioni ed evidenti infortuni difensivi, con un reparto arretrato rimandato senza alcuna scusante e una manovra che, gol a parte, mai ha punto o messo sotto assedio la difesa avversaria.
A centrocampo è
mancato un braccio destro al nuovo numero 94. Cofiè si è reso protagonista in negativo in almeno due occasioni: suo è il rinvio mancato sul primo gol e sempre suo è quello che
carambola su Joao Pedro per il gol del sorpasso cagliaritano. Rigoni, nel
momento in cui è stato arretrato dopo l’entrata in campo di Ninkovic, non ha offerto
né interdizione né costruzione anzi, il Grifone si scopre e la difesa subisce
le ripartenze sarde, proprio quello che doveva evitare. Si sente la mancanza dei muscoli e della grinta di Rincon, giocatore che in queste partite avrebbe dato una scossa morale all’intero gruppo.
Per quanto riguarda l’attacco
bisogna dare atto al Cagliari per l’ottima fase difensiva svolta ieri ma fa
riflettere il fatto che alla prima vera imbeccata il Genoa sia passato. Quello che è mancato sono state le prestazioni dei trequartisti Rigoni e Ocampos, entrambi opachi,
senza acuti ma con molti bassi. Non si è vista una vera
intesa con Simeone, cosa che è invece accaduta al momento dell’entrata in campo di
Pinilla, con il quale l’attaccante argentino ha ben dialogato.
Lavorare sulla testa aspettando il rientro di Veloso a centrocampo che potrebbe essere il partner ideale di Cataldi. Lavorare sodo per ritrovare le giocate e i giocatori che possono fare la differenza.
E intanto mercoledì si giocherà la Coppa Italia a Roma contro la Lazio, squadra in forma e su di morale. Magari il match giusto per invertire il trend, magari la partita adatta per ritrovare le ali, per ritrovare la mente.

A cura di 
S. Mangione

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