Focus Atalanta: I bergamaschi si accontentano di un pareggio al Friuli. A cura di S. Moretto

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UDINESE-ATALANTA 1-1
(42′ CRISTANTE, 53′ PERICA)
Nel lunch match, il pareggio sazia l’Atalanta, complice soprattutto la difficoltà che ha avuto contro un’Udinese bella e convincente. Tutto sommato, è un punto dal profumo agrodolce quello ottenuto nella sfida bollente in terra friulana.
Il lato gustoso riguarda la forza e la capacità della squadra bergamasca di aggrappare quel maledetto treno europeo dopo 26 anni. In tutto ciò, le fotografie che restano impresse sono la volontà di mettersi a disposizione nei momenti di bisogno di capitan Raimondi, ormai prossimo all’addio al calcio visto che entrerà a fare parte dello staff tecnico atalantino il prossimo anno, e la determinazione del Papu Gomez, sceso in campo sapendo che anche il minimo movimento brusco della gamba gli sarebbe potuta costare cara per l’importantissima sfida col Milan.
Il sapore acre, invece, si concentra sulle prestazioni che la squadra di Gasperini sta offrendo ultimamente: quello di Perica è il settimo gol subito nelle ultime cinque partite, simbolo di una squadra che sta perdendo (seppur poche) certezze.
Gasperini aveva preparato la partita pressando i bianconeri, quindi
allargando Kurtic sulla destra per poi favorire gli inserimenti dei
centrocampisti centrali, proprio i neroblu che hanno sofferto di più: Jankto e Hallfredsson hanno avuto ragione sul piano fisico più volte rispetto ai loro avversari di reparto. L’unico che ha cercato di lottare corpo a corpo è stato Petagna, il quale ha avuto due occasioni per cancellare la maledizione del gol che lo tormenta da più di tre mesi, ma è stato mal servito e mal accompagnato dai compagni.
Il gol di Cristante è stata come una boccata d’aria, non tanto perché l’Atalanta non lo meritasse, quanto per ciò che è successo nel secondo tempo. Il tecnico ospite ha preferito consumare i tre cambi nel giro di 9′ e la squadra ne ha brutalmente risentito, visto anche l’apporto che D’Alessandro e, soprattutto, Mounier hanno saputo offrire. Nota di merito, invece, per il giovane Bastoni: ha svolto il compitino (come probabilmente Gasperini gli aveva ordinato) ma molto diligentemente.
La stanchezza nelle gare finali è anche comprensibile, d’altronde, perché gran parte dei giocatori titolari sono sempre quelli e, sebbene stiano facendo un campionato straordinario, non perdono il loro lato umano. Oltretutto, la stessa maggior parte è formata da ragazzini e proprio loro dovranno stare attenti, sabato sera, perché sbagliare è umano…ma perseverare ti porta nelle fauci del Diavolo.
di Sebastiano Moretto
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