LA BARI: Puttane strapagate ma non fate godere.

Ed eccoci ancora qui, per l’ennesimo anno a commentare l’ennesimo fallimento. Ormai agli occhi dei tanti esterni non fa più notizia ma per noi tifosi le delusioni sono sempre difficili da mandar giù. Ma andiamo per ordine tanto ne avrò per tutti nessuno escluso. La storia, ma anticipo che sarò breve perché troppo incazzato per ricordare con lucidità, ci consegna a giugno 2016 Giancaspro come Presidente e successore di Paparesta. Stendo un velo IMpietoso su quest’ultimo perché ancora in attesa della famosa conferenza stampa in cui avrebbe raccontato le sue “verità“. Di questo passo credo che avranno l’onore di ascoltarla solo i figli dei miei figli. Arriva Sogliano come Direttore Sportivo, un incompetente travestito da intenditore di calcio, il principe dei luoghi comuni, del pressapochismo e del qualunquismo. Uno che si presenta in conferenza stampa e sai già come risponderà prima ancora che qualche giornalista compiacente gli rivolga le solite domande da quinta elementare. E lui sciorina il suo ottimo italiano incantando la platea (sempre gli stessi compiaciuti e compiacenti di cui sopra), ha proprio la faccia di un attore consumato. Solo che io ho il brutto vizio di apprezzare i fatti e non le parole e l’ancor più brutto vizio di diffidare dalle facce da poker. E allora attendo la campagna acquisti nonché la scelta dell’allenatore. Arriva Roberto Stellone, l’unico che avrà la mia stima incondizionata in tutta questa triste storia. C’è un problema però: Sogliano non vede di buon occhio Stellone e non esita a farlo notare in più di un’occasione. C’è il nostro DS con la bacchetta magica e ci penserà lui a portare a Bari nuovi giocatori con fame e grinta che possano portarci in A. Arrivano dunque Ichazo, un grande portiere, poi in difesa Moras, Daprelà e Cassani con il nullaosta dell’Inps e Capradossi. A centrocampo invece Ivan, Martinho, Basha, Fedele, Fedato e Furlan: ho la pelle d’oca a vedere quanto talento abbiamo sprecato. In attacco però i botti migliori: arriva Monachello, astro nascente del calcio nostrano. Abbiamo trattenuto De Luca e Maniero eh eh eh, uno più cesso dell’altro, non saprei chi scegliere da eleggere a bidone del decennio. In tutto questo ambaradan di talento e fantasia le colpe vanno però tutte a Stellone che viene cacciato ad inizio novembre a dispetto del piano quinquennale sbandierato ai quattro venti da Giancaspro. Arriva dunque il pezzo forte del mercato delle prese per il culo: Mister Colantuono. All’inizio credevo fosse uno con le palle, un uomo duro. Mai impressione fu più sbagliata. A parte una grande partita con il Benevento e un tempo giocato alla grande con il Novara il nulla più desolante. Figure di merda in tutta Italia per poi sentire il nostro allenatore dichiarare “ho visto una squadra motivata, abbiamo fatto bene, i ragazzi si sono impegnati”. Cazzate. Il top però è stato raggiunto domenica con l’Ascoli, aspettavo con ansia Colantuono in conferenza ma…non si è presentato. Eh già, ci ha mandato Coratella, un ragazzo della Primavera che probabilmente non sapeva nemmeno come fosse fatta una sala stampa. Caro Sig. Colantuono, un consiglio per il futuro (lontano da Bari fortunatamente): impari a parlare chiaro alla gente e sia assuma le responsabilità come fa ogni allenatore professionista al posto di raccontare bugie su bugie vedendo miglioramenti che solo e soltanto lei vede. La grinta non si dimostra dimenandosi come un ossesso davanti alla panchina, si trasferisce quotidianamente con il lavoro e la mentalità. In tutto questo non ho certo dimenticato i vari Morleo, Saugher, Greco, Raicevic arrivati a gennaio. Esemplari da museo rotti e pure svogliati. In ultimo ho lasciato il pezzo forte: i nostri guerrieri. Un gruppo di smidollati senza attributi che fingono di giocare a calcio ma che non sono buoni nemmeno a correre. Tutti tatuati con simboli virili salvo poi tingersi i capelli come il peggior Platinette (vero Floro Flores?) e aggiustarsi i capelli manco fossero alla sfilata di Armani. Uno schifo. Per fortuna fra qualche giorno sarà tutto finito e vi vedrò scomparire per sempre. Per il futuro vorrei una squadra di ragazzi con voglia di emergere che corrano e sudino la nostra maglia imbrattata in questo campionato da questi luridi mercenari. Fosse per me ripartirei solo da Micai, Galano e Brienza, per il resto che vadano a fanculo da dove sono venuti a farsi vacanze pagate a peso d’oro e a godersi sole e buona cucina. Scarsi siete, è vero, ma anche poco inclini al sacrificio ed è questo che ci fa più male. Un saluto a chi ha avuto la pazienza di tollerare il mio linguaggio colorito e soprattutto a chi tiene ai nostri colori incurante dei vigliacchi che oggi ci rappresentano. Bari c’è e ci sarà sempre nel cuore di noi baresi che amiamo la nostra città.
P.S. un tatuaggio in meno e venti metri di corsa in più.

In fede
Ciccio, un tifoso deluso e incazzato ma sempre con il biancorosso stampato addosso.

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