Sarà bello di notte questo derby del sole? Roma Napoli tra dati oggettivi e prove di simulazione

In un’epoca smart
come questa abitudini, usi, consumi e persino il linguaggio cambiano velocemente. Solo quella parentesi senza
campionato in cui giocano le Nazionali continua ad essere chiamata  sosta. Ok, chiamarla pennichella delle
emozioni o letargo (se ci bevi dietro un paio di birre) sarà anche esagerato ma
prima o poi un nome nuovo toccherà trovarlo. Non va bene nemmeno “disimpegno”
suggerito da anni dai calciatori convocati;  e nemmeno dopolavoro perché  in tanti pensano che ci sarebbe un dopo
lavoro se avessero lavorato prima e quindi per ora lasciamo stare; ma la
questione prima o poi andrà affrontata.
“Amore senti se la tua amica vuole uscire questo  weekend?” , “cara ma  perché non vai a trovare i tuoi?” . “Bambini
questo fine settimana arriva il freddo la 
sera stiamo in casa, usciamo solo al mattino o primo pomeriggio”;  il maschio italiano prova a farsi attorno il
vuoto pneumatico, reclama spazio sul divano per se, gli amici e la birretta
perché lo aspetta   “tanta roba”- direbbe
Spalletti-  nel weekend 14-15 ottobre: Juventus
Lazio, Roma Napoli e Il derby della Madonnina tutto condensato in 48 brevissime
ore.  
Tre sfide incrociate tra le prime cinque della classe sono
davvero un piatto forte.
L’esperienza insegna che non vi sono garanzie di assistere a
sfide spettacolari o ad alto tasso tecnico (la tattica esasperata fa ombra allo
spettacolo)  ma di sicuro il campionato
comincerà ad emettere le prime sentenze, magari non definitive dato che siamo
solo all’ottava di andata ma comunque da tenere in buona nota.
La Juve deve ribadire, innanzitutto a se stessa, di essere
formidabile in casa; la Lazio non può fallire l’ennesimo esame di maturità;
esame a cui il Milan deve ancora essere
ammesso visto che tentenna in molte materie; l’Inter è brutta è solida per
scelta o sa giocare meglio e continuare a vincere?
Poi c’è la gara che in teoria dovrebbe essere la più bella
da vedere: Roma Napoli. Il vecchio derby del sole, mai banale e scontato negli
ultimi anni, sabato sarà chiamato a rispondere a una domanda non proprio
semplicissima: cerchiamo una anti Juve, una anti Napoli o un nuovo padrone del
banco?
Prima di provare a rispondere una considerazione amara:
La settimana in cui il calcio italiano raddoppia gli incassi
dei diritti di trasmissione delle partite all’estero ( 371 milioni all’anno per
i prossimi tre da Img) è anche quella in cui ancora una volta orario di inizio
della partita e distribuzione di biglietti per gli ospiti viene deciso sulla
base di valutazioni che nulla hanno di sportivo ma sono squisitamente atti basati
sulla pubblica sicurezza.
Sentire  Malagò costretto
ad essere contento del “passo avanti
perché questa partita non si deve più giocare per forza alla luce del sole

mette tristezza. Ecco perché si chiamava derby del sole allora!
Aurelio De Laurentis, uno che vive di licenza di diritti – sono parole sue- è l’unico a lamentarsi per
gli importi ricevuti da Img. Lo fa sicuramente con competenza e quindi  con argomentazioni valide.
Ma se ti presenti con stadi vecchi, orari incerti, tifoserie
selezionate all’ingresso che manco al Quartiere Latino (qui chi sa sa), paura
per i possibili strascichi della vicenda del povero Ciro Esposito non puoi
pretendere di vendere agli stessi prezzi di Inghilterra, Spagna, e
tra poco Francia e Germania.
 Siamo
tremendamente  indietro e attribuire o
distribuire le colpe nel Paese del Gattopardo pare esercizio puramente retorico
cui ci sottraiamo con felino scatto in avanti verso le cose di campo.
Il Napoli arriva a questa sfida con tutti gli elementi della
rosa a disposizione ad eccezione del lungodegente Milik. In dubbio Chiriches
che non è un titolarissimo.
La Roma, invece, ha l’infermeria che sembra il Gra visto il
traffico: a Defrel ed Emerson che ci vivono in pianta stabile è andato a far
visita El Shaarawy, pare avesse in mano la valigia quindi ci si fermerà per il
weekend. Andirivieni tra lavoro in gruppo e personalizzato sul campo per De
Rossi, Strootman, Pellegrini e Schick. Fazio a riposo perché rientrato per
ultimo dall’Ecuador.
Quindi Napoli nel solco della continuità sia di gioco ché di
uomini  e Roma da disegnare col bilancino
in base al recupero ed all’autonomia di minutaggio dei vari infortunati.
Questo potrebbe non essere un male per Di Francesco perché quando
l’avversario è più forte spesso la chiave sta nel cambiare per sorprenderlo;
gli infortuni che ti obbligano a cambiare per la proprietà transitiva obbligano
a sorprendere.
Ben lo capì  Spalletti
che al San Paolo propose la difesa a tre e mezzo. Fu quello lo scherzetto
apparecchiato alla banda Sarri  e bastò a
mandarla in confusione ed a espugnare  il
fortino azzurro soffrendo, ma senza particolari patemi. Questo, ovviamente,  è un altro campionato. Il Napoli è molto
migliorato grazie ad un progetto tecnico basato sulla continuità di uomini e di
modulo tattico. La Roma, invece,  ha
fatto la muta come i serpenti: nuovo ds, nuovo allenatore e solita rivoluzione
della rosa alla ricerca della plusvalenza (mai) smarrita.
Se Sarri non sa che Roma avrà di fronte e Di Francesco si
questo è un vantaggio non da poco. Personalmente mi aspetto un Napoli meno
applicato (per essere meno prevedibile) del solito e con una maggiore
propensione a lancio;  una Roma che pressa alta solo per recuperare palla
a ridosso dell’area avversaria -facendo impostare Koulibaly-  non a tutto campo quindi.
Nainggolan e Jorginho si limiteranno  a vicenda il più possibile. Fondamentale chi
dei due riuscirà a trovare tempi di inserimento. Importante anche chi prevarrà
tra Peres e Insigne oltre ai duelli tra  Mertens, Dzeko e i due centrali avversari.
Insomma l’incerto è l’unica certezza.
Razionalmente i partenopei sono favoriti per la velocità, la brillantezza e l’efficacia del gioco espresso finora; la Roma è chiamata a cercare se stessa e la
sua maturità in una partita in cui sarà impegnata spesso ad  inseguire  la palla;
compito molto difficile.
Napoleone preferiva generali fortunati a generali bravi ,
tanto sapeva che nella difficoltà profonda le decisioni finali sarebbero
toccate a lui che era Imperatore, bravo e fortunato. La Roma (che l’Imperatore
l’ha perso a fine campionato scorso) spera di trovare almeno una guida esperta,
competente e che si dimostri all’altezza di un compito arduo: sorprendere come
Spalletti, essere spavaldo come Garcia al primo anno e vincere come Capello al secondo. Dite
che è difficile?  Fosse facile la allenerei
io, o uno di voi!
Angelo Spada


(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Lascia un commento

P