Verona Roma. Quando da un mezzogiorno di fuoco vengono fuori un brodino e un pannicello caldo

Poche idee ma lente e confuse,
Verona e Roma dopo il lampo di Under regalano uno spettacolo a bassissimo
impatto emotivo.

Alla fine contano i punti. Perché, se contasse il bel gioco,
in serie A non si potrebbe parlare bene che di Sarri; invece sono anni che si
tessono le lodi di gente pratica come Allegri e Spalletti, ed è già qualche
settimana che Gattuso è in nomination per il ruolo di salvatore della sponda
rossonera di Milano, sebbene cerchi un Milan “brutto come me”.
Quindi brava la Roma che, col primo, bellissimo,  guizzo di Under porta a casa tre punti davvero
importanti per la classifica e per il morale.
Ma la pochezza fatta vedere, dopo i primi 43 secondi dalle
due squadre è disarmante.
La partita diventa una lotta per non dormire; con la Roma a
cercare il secondo gol in maniera flemmatica, giocando sotto ritmo ed in orizzontale;
il Verona ad aspettare che l’avversario si scoprisse o che Romulo (unico
giocatore di livello tra gli scaligeri) inventasse qualcosa.
Ma se l’atteggiamento degli uomini di Pecchia, scarsamente
dotati tecnicamente, orfani delle giocate di Kean, e timorosi di subire un
uno-due da ko tecnico,  è comprensibile
quello dei capitolini è sconcertante.
Se il calcio fosse una scuola, il più disattento  degli alunni saprebbe certamente dire almeno
che “ le partite vanno chiuse”; evidentemente nelle aule di Trigoria si dorme talmente
bene che nessuno ha imparato niente di niente.
Così, subito dopo il vantaggio, gli uomini di Di Francesco
si trasformano nella Roma che voleva Luis Enrique, mille tocchi orizzontali,
zero inserimenti senza palla tranne qualche tentativo  goffo di Dzeko e velleitario di Nainggolan.
A proposito del belga, restituito al suo vecchio ruolo di
trequartista, ieri sembrava felice come un bimbo che ritrova un giocattolo smarrito,
ma non incide, non è determinante o letale come lo scorso anno.
Il Verona è poca cosa, fa quel che può cioè davvero pochissimo
tanto è vero che ad Allison basta usare l’intelligenza, per alcuni interventi
da libero, per non sporcarsi i guanti.
Vorremmo raccontare altro, ma davvero abbiamo detto tutto.
Alla fine Pecchia allunga il brodo, esce sconfitto senza
disonore e continuerà a guidare il Verona.
La Roma potrà tornare a raccontarsi che ora deve lavorare
duro per migliorare e centrare il quarto posto. Domani inizia San Remo per cui almeno
questo ritornello ve lo risparmiamo.
Chiudo con un’immagine triste, ma triste davvero: l’esultanza
di Manolas e di Florenzi (ma quando imparerà a crossare????) mette tristezza,
mai visto gioire così per un pannicello caldo.

Angelo Spada


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