I 5 SIGNORI DEL GOL: le 5 migliori punte della serie A

I 5 SIGNORI DEL GOL
C’è quel momento dell’estate, mentre si prende il sole sul lettino o ci si arrampica su per una montagna, in cui ci si comincia a chiedere: ‘Chi prendo in attacco quest’anno?’
Domanda che toglie il sonno ai fantallenatori di tutta Italia, indecisi tra i soliti nomi: Higuain, Icardi, Mertens o Dzeko?


In questa classifica si raccolgono un po’ di statistiche su chi ha fatto meglio in questa stagione, ma non solo in fase realizzativa, come il titolo sembrerebbe suggerire, ma anche nell’interazione coi compagni e la ‘pesantezza’ dei propri gol.

Procediamo ora ad analizzare le 5 migliori punte del nostro campionato, e ad ognuna affiancheremo un antagonista famoso del cinema, che rispecchia la personalità del calciatore, e le sue caratteristiche.

Mauro Icardi
Norman Bates (Psycho)

Calcolatore, lucido, freddo, preciso. Un incubo per tutti i difensori, perché è quella tipologia di attaccante che rimane spesso escluso dal gioco, fa una partita a sé, si muove come un corpo estraneo al resto della squadra, ma riesce a trovarsi al posto giusto al momento giusto. Fa della propria forza pochi tocchi di palla, è veloce ed essenziale nella gestione del pallone, e abbina ad un istinto letale una forza muscolare inaspettata. Innegabili le sue abilità di stacco e di equilibrio, quando si trova a contatto con gli imponenti difensori della serie A, è in grado di scivolare nell’ombra e di mandare in confusione i suoi marcatori, silenzioso e letale. Proprio come il protagonista di Psycho, capolavoro di Alfred Hitchcock, lascia una sensazione di inquietudine per tutti e 90 i minuti agli avversari.
Numeri alla mano, quest’anno ha collezionato già 27 gol, e 1 solo assist, a dimostrazione del dialogo coi compagni che spesso difetta un po’, salvo in rare eccezioni, come l’ultima partita con la Juventus. Un aspetto da migliorare, ma che allo stesso tempo rende spesso illeggibili i suoi movimenti senza palla.


Fabio Quagliarella
Frank Costello (The Departed)
Un uomo di una certa età, un boss che avrebbe dovuto ritirarsi da tempo, ma che ha deciso di rimanere attaccato al lavoro che ama, e continua a gestire la sua organizzazione con metodi spietati.
Così Fabio Quagliarella sta vivendo forse la migliore stagione della sua vita, riuscendo ad unire la sua grande esperienza ad una classe che non è mai stata messa in discussione. Sembra infatti riuscire a caricarsi la squadra (composta da tanti elementi giovani) sulle spalle, e controlla le varie fasi della partita sotto tutti gli aspetti: quelli tattici e quelli emozionali in egual modo.
Ha trovato anche un compagno d’attacco ideale: Duvan Zapata, che con la sua fisicità riesce ad aprire varchi importanti nelle difese avversarie, e con un centrocampo dall’alto tasso tecnico riesce a creare fraseggi interessanti, soprattutto con i vari Torreira e Praet, oltre che con Gaston Ramirez e il giovane Caprari. Un uomo che diventa il classico esempio di allenatore in campo, e che orchestra la formazione proprio come Frank Costello orchestrava la sua attività. Implacabile dal dischetto, riesce a trovare il tempo per liberarsi al tiro con i suoi movimenti più che collaudati in tanti anni di attività. All’attivo per ora ha 19 gol e 5 assist, numeri da vero top player.
Una sorpresa che ormai non dovrebbe più esserlo.

Ciro Immobile
Bane (Batman)
In una Lazio che quest’anno si ritrova col miglior attacco del campionato, Ciro Immobile ha trovato un’ottima base per potersi esprimere al massimo delle sue potenzialità, anche con le difese schierate di questo campionato. In questo campio strapotere fisico e della sua progressione devastante in campo aperto le sue armi più micidiali. Unisce infatti ad un fisico imponente un’esplosività fuori dal comune, entrambe queste caratteristiche sono state studiate con attenzione da Inzaghi, che ha intravisto il miglior marcatore della serie A in quel ragazzo che un po’ si era perso dopo le esperienze in Spagna e in Germania.
nato ha fatto del suo
Il gioco veloce e verticale della Lazio, infatti, riesce a mettere in moto l’attaccante, che riesce a sfruttare il disordine posizionale delle difese avversarie, colte impreparate dalle ripartenze fulminee biancocelesti. Con giocatori alle sue spalle del calibro di Milinkovic e Luis Alberto, Ciro alterna un guizzo senza palla per schiacciare l’ultima linea avversaria ad un movimento per andare incontro e giocare di sponda. Grande merito ad Inzaghi per questo, ma bisogna fare i complimenti a questo Ciro, punta completa che sta vivendo la miglior stagione di tutta la sua carriera, condita con ben 29 gol messi a referto e 8 assist. Numeri da capogiro, che gli stanno permettendo di contendere la Scarpa d’Oro ai migliori marcatori di tutta Europa.

Paulo Dybala
(Shere Khan, Tarzan)

Agile, veloce, con una tecnica di base che in pochi hanno al mondo. Come Shere Khan, nemico mortale di Tarzan, riesce a muoversi senza fatica, con grande leggerezza e naturalezza, aspettando il momento giusto per colpire da fermo (punizioni e rigori) o in movimento. Giocatore a tutto campo, si è convertito in regista della squadra, dando supporto ad un sempre più marcato Pjanic, e unisce metà campo e attacco, rinunciando ad aggirarsi unicamente verso il limite della squadra avversaria. Con movenze feline corre per il campo senza fare fatica, lasciando intravedere quell’aura di predestinato che in questa stagione si è accesa e spenta ad intermittenza. Complice un infortunio e un modulo che lo penalizza, Paulo ha saputo però toccare livelli altissimi in stagione, inventandosi letteralmente dei gol che sfidano le leggi della fisica. Macchia la sua stagione con 2 errori sanguinosi dal dischetto, ma rimangono negli occhi dei tifosi alcune perle che hanno incantato il mondo intero. Nella stagione della sua consacrazione ha incrementato in modo vertiginoso le reti segnate, anche se non ha dimostrato quella continuità di rendimento degna dei grandissimi. Con 21 gol segnati e 5 assist, ha saputo adattarsi a modalità di gioco che non gli sono congegnali, dimostrando una maturità tattica importante. Non rimane che da chiedersi: cosa potrebbe fare se giocasse più vicino alla porta?

Gonzalo Higuain
(Chris Kyle, American Sniper)
In questa speciale classifica si è preferito lui a Mertens per un semplice motivo: il belga ha segnato più gol in campionato, ma Gonzalo è risultato decisivo in partite importanti, giusto per smentire tutti i suoi detrattori.

Un rapido elenco? Gol al Napoli all’andata, doppietta al Milan all’andata, gol decisivo con l’Inter settimana scorsa, gol all’Atalanta nei due gironi, decisivo col Tottenham (nel bene e nel male), autore di un girone di Champions esemplare, anche quando partiva dalla panchina.
Cos’è cambiato, quindi, dall’anno scorso? Ha saputo caricarsi sulle spalle la squadra nei momenti di difficoltà, riuscendo a fare la differenza. La Juve non sarebbe dov’è ora, senza Gonzalo. E in questo articolo si è deciso di premiare il peso dei gol, rispetto al semplice numero. L’argentino, poi, ha segnato un gol in meno avendo praticamente la metà di occasioni del belga. Significa tanta concretezza in più, cosa da non sottovalutare in un centravanti. Dal punto di vista tattico si segnala un lavoro maggiore spalle alla porta, tanta corsa senza palla e un compito che serve a cucire attacco e centrocampo. Il baricentro troppo basso della Juve lo ha portato ad allontanarsi dalla porta, mettendo in risalto delle doti tecniche nel traffico del centrocampo inaspettate ai più, ma che il giocatore argentino sapeva di avere. Una stagione riuscita a metà, lo stesso Higuain ha infatti dichiarato: ‘Va bene anche segnare di meno, ma l’importante è la pesantezza dei gol che faccio.’ E se segnare di meno significa mettere a referto ben 16 gol e 3 assist… non ci si può proprio lamentare. Di nuovo letale, insomma, e di nuovo incubo per tutti i portieri, che tremano non appena prende palla e riesce a girarsi verso di loro.

Luca Baldacci, vive a Torino, studia scrittura creativa alla Holden e segue la Juve, soffrendo (spesso), gioendo (mai abbastanza), e rivedendosi un giorno sì e l’altro pure l’ultima partita di Del Piero allo Stadium.


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