Una Fiorentina troppo brutta per essere vera perde in casa con il Cagliari e resta fuori dall’Europa per il secondo anno consecutivo. La dirigenza minimizza, i tifosi sono molto delusi.
Doveva essere quasi una formalità, una specie di riscaldamento in vista del vero spareggio Europa League a San Siro contro il Milan. Non è stato così. La Fiorentina perde in casa con il Cagliari e vede svanire il sogno europeo nonostante la splendida cavalcata degli ultimi due mesi. Per raggiungere il settimo posto i Viola dovrebbero battere il Milan a San Siro e sperare in una sconfitta dell’Atalanta proprio a Cagliari, recuperando le 7 reti di distacco dai bergamaschi nella differenza reti. Niente è impossibile, ma l’aritmetica ha le sue logiche.
BRUTTA PARTITA – Fiorentina stanca, sotto ritmo e senza idee. Cagliari ordinato ma in realtà mai pericoloso, il risultato e i tanti commenti positivi non ingannino. Con questi ingredienti non poteva che venir fuori una partita lenta, noiosa, tenuta in vita solo dalla suspense per la classifica di entrambe le squadre. Pioli conferma il 4411 delle ultime giornate e affida le chiavi della trequarti ad Eysseric, scelta sconfessata dopo soli 45 minuti in cui il francese non fa niente per farsi apprezzare. Dall’altra parte Lopez conferma le novità tattiche già viste in casa con la Roma, con Ionita nel ruolo di guastatore sulle tracce di Badelj. Fiorentina impacciata, Cagliari che lentamente prende fiducia. Il gol arriva alla fine del primo tempo su palla inattiva (e come sennò?), quando Pavoletti è lesto a correggere in rete la punizione di Lykogiannis. Evidenti le responsabilità di Sportiello che resta inchiodato sulla linea di porta consentendo a Pavoletti di colpire indisturbato. Per il resto poco da segnalare a parte un tiraccio di Chiesa da buona posizione e l’impietosa rissa di fine gara dopo il bruttissimo fallo di Veretout sul rientrante Joao Pedro.
ADDIO EUROPA – La Fiorentina si ferma sul più bello vanificando una rincorsa lunga due mesi. Domenica con il Milan poteva essere la partita della vita, adesso si è trasformata in poco più di un’amichevole. Peccato. Per il secondo anno consecutivo la Fiorentina resterà fuori dall’Europa e non accadeva da molto tempo. Andrea della Valle nel post partita ha parlato di un “nuovo ciclo che ci darà tante soddisfazioni nei prossimi anni” ma i tifosi, inutile negarlo, sono delusi. Con le cessioni eccellenti di questa estate Corvino aveva a disposizione un ricco tesoretto per costruire una rosa di prospettiva ma che potesse essere competitiva fin da subito. L’impressione è che il risultato sia stato raggiunto solo in parte e che buona parte della rosa sia andata oltre la propria cifra tecnica dopo la scomparsa del capitano Davide Astori. Chi tifa Fiorentina conosce la dimensione della propria squadra del cuore ma vedersi arrivare l’Atalanta davanti in classifica per due anni consecutivi è, legittimamente, motivo valido per storcere la bocca.
Il tempo dei processi non è ancora arrivato. Prima c’è da giocare un’ultima partita che, ahimè, varrà solo per le statistiche. Dopo di che tuttavia sarà opportuna un’analisi di tutta la stagione per capire cosa va e cosa invece deve essere sistemato. A partire dai giocatori che dovranno essere confermati e da quelli che invece non potranno più far parte del progetto tecnico Viola. Un progetto che, dichiarazioni dirigenziali a parte, non potrà non avere l’ambizione di riportare Firenze e la Fiorentina in Europa.
Filippo Tamburini
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